Nell’ultima trimestrale, Facebook ha superato i 10 miliardi di dollari di fatturato dimostrando di registrare ancora una crescita costante nonostante la maturità raggiunta ormai da anni dal suo core business e dai servizi ad esso associati.
Il nuovo quarto fiscale, nel dettaglio , dice che gli utenti attivi giornalmente su Facebook sono arrivati a quota 1,3 miliardi, e quelli attivi mensilmente più di 2 miliardi, ma soprattutto che il mobile advertising si consolida come la principale fonte di introiti (88 per cento) della piattaforma.
Certo non mancano i lati negativi: la stessa Facebook afferma che il numero stimato degli account duplicati è cresciuto dal 6 al 10 per cento (ovvero circa 207 milioni) e i fake account dall’1 al 2-3 per cento (per un massimo di 60 milioni). Tuttavia il social sta dimostrando di volerci lavorare, come testimoniamo i continui investimenti e la crescita del suo personale.
Alle pagine del social network, d’altra parte, l’azienda di Mark Zuckerberg ha saputo aggiungere servizi capaci anch’essi di segnare numeri positivi e in crescita: gli status di WhatsApp e le Instagram Stories hanno per esempio ottenuto l’apprezzamento degli utenti e toccato entrambe quota 300 milioni di utenti attivi mensilmente, numeri praticamente raddoppiati rispetto alle origini e ai 173 milioni circa di utenti che poteva registrare Snapchat.
Oltre a quello che per Facebook sembra ormai ordinario, il COO (Chief Operating Officer) Sheryl Sandberg si è dedicata anche allo straordinario, annunciando maggiore trasparenza sugli amministratori delle pagine (in particolare quelle politiche o a tema) in modo da rendere più difficile il diffondersi di contenuti ingannatori e più facile per il sistema di moderazione della piattaforma identificare i contenuti malevoli: la crescita continua e costante del social network che potrebbe sembrare arrivato alla sua massima espansione, d’altra parte, per la sua amministrazione passa per il miglioramento dei contenuti e la cura dell’immagine pubblica che è stata inevitabilmente danneggiata (soprattutto in patria) dal coinvolgimento per quanto indiretto nel Russiagate.
Forte di risultati che senza dubbio lo incoronano ancora come il CEO di una delle aziende più solide, in crescita e potenti al mondo, anche Mark Zuckerberg ha avuto modo di alzare la voce su tale argomento e ribadire di voler affrontare alla radice il problema degli account manovrati dalla Russia per influenzare le elezioni degli Stati Uniti.
“Quello che hanno fatto – ha detto – è sbagliato e non staremo a guardare. E sapete che quando ci mettiamo qualcosa in testa lo realizziamo”. Zuckerberg ha continuato su tale argomento affermando di essere “terribilmente serio” e di aver predisposto nuovi investimenti in sicurezza (e la promessa di raddoppiare entro l’anno prossimo il team che se ne occupa da 10mila a 20mila impiegati) anche per affrontare questi tipi di problemi creati da false notizie, contenuti d’odio e legati al bullismo e creare nuove forme di Intelligenza Artificiale per individuare tali contenuti cattivi e colori che li creano, come – spiega sempre Zuckerberg – “abbiamo fatto con la propaganda terroristica”.
In maniera quasi evangelica – d’altra parte – il giovane miliardario dice che “è più importante proteggere la nostra comunità che massimizzare i profitti”, che – inevitabilmente – saranno influenzati da questa scelta.
Claudio Tamburrino