La lunga scia dello scandalo Cambridge Analytica che ha investito Facebook ormai quasi due anni fa non si è ancora del tutto esaurita. Nel fine settimana la pubblicazione di un report da parte di Privacy International in merito a una delle misure introdotte dal social network proprio in seguito all’esplosione del caso, quella che consente di effettuare il download di un archivio contenente tutte le informazioni sul proprio conto aggregate nel tempo dal social network.
Facebook: “Scarica le tue informazioni”
Chiamata “Scarica le tue informazioni”, la funzionalità permette appunto di scaricare un archivio accedendo all’area “Impostazioni” dell’account, selezionando poi “Le tue informazioni su Facebook”. Ci si trova così di fronte a una schermata come quella mostrata nello screenshot di seguito in cui selezionare gli elementi da aggiungere a partire da post, foto e video, commenti, like e reazioni, amici, storie e così via.
Tra le “Informazioni su di te” ci sono anche quelle legate a “Inserzioni e aziende”.
Argomenti delle inserzioni pertinenti per te, inserzionisti che hanno raccolto informazioni direttamente da te, informazioni che hai inviato agli inserzionisti e le tue interazioni con aziende e organizzazioni che visiti fuori da Facebook.
Stando a Privacy International, l’archivio non include tutti i dati in possesso di Facebook per questa sezione, ma solo quelli impiegati per mostrare le inserzioni pubblicitarie nei sette giorni precedenti. La conferma in un test condotto scaricando l’archivio in momenti diversi, a distanza di tempo, verificando che i dati ceduti al social network da partner esterni presenti in passate versioni del download sono assenti in quelle successive.
Si può così stabilire che per l’utente è impossibile accedere a un database che include tutte le informazioni sul suo conto, accumulate fin dalla creazione dell’account, come invece promesso da FB. Una dinamica che secondo la testata interessa anche “La tua attività fuori da Facebook”, altre funzionalità introdotta il mese scorso dalla piattaforma per gestire le informazioni condivise da realtà esterne, anzitutto tramite cookie e altri metodi di tracciamento. I dati mostrati sarebbero dunque insufficienti per esercitare appieno i diritti previsti dal GDPR e relativi alla gestione dei dati.