Il dibattito sulle condizioni d’uso di Facebook continua a imperversare a causa delle azioni intraprese dal sito di Zuckerberg, giudicate da molti poco trasparenti. Le pagine in blu di alcuni siti, tra cui quelle di alcuni punti di riferimento per l’informazione specializzata quali Ars Technica e Neowin , sarebbero state bloccate per colpa di alcune accuse circa la violazione del copyright. Accuse risultate, poi, false.
Secondo i resoconti, Facebook avrebbe bloccato gli account in seguito alle proteste di alcuni utenti secondo i quali il contenuto delle pagine sotto accusa violava la legge sul diritto d’autore. La polemica è scoppiata dopo che gli spazi contestati sono stati chiusi senza che il social network fornisse alcuna spiegazione in merito alla decisione .
Ars Technica sostiene che la propria pagina in blu sia stata bloccata in assenza di giustificazioni e avvisi da parte dei responsabili.
Il motivo di tanto clamore, secondo molti, attiene ancora una volta allo sfruttamento illegittimo del famigerato Digital Millennium Copyright Act (DMCA) e a come certi usi impropri della legge statunitense a tutela del diritto d’autore possano trasformarsi facilmente in una violazione del Primo Emendamento della Costituzione a stelle e strisce.
Dando ampio credito alle procedure di segnalazione di eventuali violazioni del copyright , in ossequio al DCMA statunitense, Facebook è spesso incorso in errori come nei casi sopracitati: le pagine di Ars Technica, Redmond Pie e Neowin, dopo essere state rimosse per alcune ore, sono state ripristinante con tanto di scuse da parte dei gestori della piattaforma. Quest’ultima si è giustificata per l’inconveniente affermando di mantenere in altissima considerazione le segnalazioni in merito alla violazione di copyright operata da terzi .
“Abbiamo investito ingenti risorse nella creazione di un team dedicato all’uso di particolari strumenti, sistemi e tecnologie che gestiscano e trattino in maniera accurata le notifiche sulla proprietà intellettuale. Questo sistema valuta un certo numero di dati nel momento in cui decide di agire e, in alcuni casi, noi richiediamo ai tecnici di fornire ulteriori informazioni prima di prendere provvedimenti. Come risultato di tali sforzi, la maggior parte delle segnalazioni in merito al diritto d’autore che riceviamo sono state gestite senza incidenti” ha dichiarato Brooke Oberwetter, portavoce del social network.
Nonostante le scuse e il rapido ripristino del servizio, c’è chi continua a sostenere , supportato da recentissimi episodi , che chiunque voglia attentare alla pagina in blu dei propri “nemici” avrà campo libero se le condizioni di utilizzo di Facebook e l’interpretazione che ne consegue continueranno a essere tanto arbitrarie.
Cristina Sciannamblo