Facebook, sicurezza affidata a Websense

Facebook, sicurezza affidata a Websense

Il social network avvia una partnership per verificare i link in uscita. Garantita la possibilità di ignorare eventuali avvisi e procedere verso l'ignoto. E' la strada giusta?
Il social network avvia una partnership per verificare i link in uscita. Garantita la possibilità di ignorare eventuali avvisi e procedere verso l'ignoto. E' la strada giusta?

Facebook continua a lavorare per incrementare il livello di sicurezza della navigazione dei suoi 800 milioni di “amici”, approntando in particolare meccanismi di sicurezza che salvaguardino il netizen in uscita dal social network attraverso link diretti verso il web esterno.

Il controllo dei link in uscita si era già esteso a soggetti terzi in occasione della partnership con Web Of Trust , e ora Facebook procede sulla stessa linea affidando alla società di sicurezza Websense il check-up della natura potenzialmente malevola degli URL condivisi dagli utenti.

Websense è specializzata nel controllo in tempo reale dei contenuti web attraverso un’infrastruttura da cloud computing in continuo aggiornamento, e per Facebook si incaricherà di verificare sia la sicurezza dei link (potenziali ricettacoli di malware, infezioni, botnet, spam e quant’altro) che la presenza di eventuali contenuti “abusivi” e indesiderati come pedopornografia o razzismo.

Qualora l’infrastruttura di Websense dovesse riconoscere un URL come potenzialmente malevolo o indesiderato, all’utente verrà presentato un avviso di pericolo impossibile da ignorare: a quel punto il netizen verrà invitato ad allontanarsi dal sito che voleva inizialmente visitare, oppure – con un’opzione scritta in piccolo in basso a sinistra nel popup di avviso – procedere lo stesso se è consapevole di quel che sta facendo.

L’approccio di Facebook segue la strada della protezione preventiva, materna, degli utenti, mentre tenta di mantenere un complesso equilibrio tra sicurezza e usabilità (o, per meglio dire, la qualità e la quantità dei servizi offerti). Una scelta non necessariamente vincente: “Quello che vediamo oggi gli stessi problemi di sempre, problemi che conosciamo bene” spiega a Punto Informatico David Jacoby, ricercatore per Kaspersky Lab. “Gli utenti non hanno compreso fino in fondo che siamo noi responsabili dei contenuti e delle nostre azioni sui social network – prosegue – come addetti di questo settore la cosa migliore che possiamo fare è tentare di sensibilizzare il pubblico su queste tematiche: è Facebook la responsabile per i link e chi clicca, o chi clicca è responsabile?”. “La mia speranza – conclude – è che le persone inizino a comprendere che non sempre l’usabilità debba venire prima della sicurezza: devono comprendere la portata, i rischi e i benefici delle scelte che fanno, anche quando sono in un contesto come quello di condivisione dei social media”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
4 ott 2011
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