A meno di 48 ore di distanza dall’annuncio relativo alle linee guida per il rientro in ufficio, Facebook torna sul tema con un annuncio a nostro avviso destinato ad essere preso come esempio da altre realtà non appartenenti alla Silicon Valley o all’universo hi-tech: una parte consistente dei dipendenti continuerà a lavorare da casa, in modalità smart working, anche dopo la fine della crisi sanitaria.
Facebook fa all-in sullo smart working
A parlarne è il numero uno Mark Zuckerberg in occasione dell’intervento visibile qui sotto e con un’intervista rilasciata alla redazione del sito The Verge (link a fondo articolo). L’obiettivo di lungo termine è quello di arrivare ad avere fino al 50% della forza lavoro in smart working entro i prossimi cinque o dieci anni. I diretti interessati, i collaboratori, dovranno però fare i conti con stipendi ridotti a parità di mansioni e responsabilità, stando a quanto prospettato dal CEO.
Questo significa che se vivi in una località dove il costo della vita è significativamente più basso oppure il costo del lavoro è più basso, anche il compenso tenderà a essere più basso.
Live from our internal weekly company townhall sharing an update on our approach to remote work.
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Pubblicato da Mark Zuckerberg su Giovedì 21 maggio 2020
Per supportare al meglio la transizione Facebook si impegna in prima persona a sviluppare nuovi strumenti di collaborazione basati su tecnologie come realtà virtuale e realtà aumentata. Soluzioni dunque in grado di andare oltre alle funzionalità oggi offerte da servizi come Google Meet, Zoom e Microsoft Teams.
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Tra gli altri anche Twitter e la canadese Shopify (che proprio ieri ha presentato la carta di debito Balance per i commerciati) hanno annunciato iniziative simili, affermando che una parte consistente dello staff d’ora in poi lavorerà da remoto.