Facebook, social oltre la morte

Facebook, social oltre la morte

Il caro estinto potrà vivere per sempre nel suo profilo in blu, per mano del suo erede digitale. Fino alla fine dei server
Il caro estinto potrà vivere per sempre nel suo profilo in blu, per mano del suo erede digitale. Fino alla fine dei server

Facebook vuole dimostrare che le relazioni social sanno sfidare la morte: in previsione della fine dei suoi giorni, l’utente può scegliere di perpetuare la propria eredità digitale affidando ad un contatto la gestione del proprio account.

Legacy Contact La questione dell’eredità digitale è un nodo ancora da sciogliere, in termini etici e legali ma, da Google a Twitter , sono numerose le piattaforme online che hanno iniziato a confrontarsi con la morte dei propri utenti. Con la funzione Legacy Contact, attivata per ora negli States, il social network in blu ha iniziato ad offrire agli utenti più lungimiranti la possibilità di formulare il proprio testamento digitale ed affidare a terzi il controllo del proprio account. Si tratta di un controllo parziale: l’account verrà trasformato in un profilo commemorativo, come già avviene nel momento in cui si segnala al social network la dipartita di uno degli amici, e il legatario dell’account non potrà accedere ai messaggi privati scambiati dal caro estinto, né modificare i contenuti postati quando era in vita.

Dopo il trapasso, però, l’erede potrà amministrare la vita sociale del defunto: potrà aggiornare le immagini rappresentative del suo profilo, potrà stringere nuove amicizie sollecitate dagli utenti del social network, potrà diramare messaggi a proprio nome sulla pagina dell’amico. Come per ogni funzione social che si rispetti, Facebook ha previsto che l’utente che scelga di redigere il testamento possa selezionare delle opzioni: sarà possibile ad esempio concedere o negare il download dei contenuti caricati nel corso della vita.

Gli utenti che abbiano convinzioni escatologiche diverse potranno optare per la completa cancellazione del profilo.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
12 feb 2015
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