Nel suo intervento in Germania alla Munich Security Conference, il numero uno di Facebook ha espresso la propria opinione in merito a come le autorità dovrebbero approcciare il social network per quanto concerne regole e provvedimenti da applicare: Mark Zuckerberg ha descritto la piattaforma come qualcosa che si posiziona a metà strada tra gli operatori delle telecomunicazioni e chi si occupa di informazione.
Facebook: Zuckerberg alla Munich Security Conference
Per il CEO andrebbe di conseguenza definito un impianto normativo ad hoc, diverso da quello attuale, tenendo conto delle dinamiche che stanno alla base di un servizio oggi capace di raccogliere quasi la metà della popolazione mondiale e il cui raggio d’azione continua a estendersi. Il riferimento è alle modalità di diffusione dei contenuti.
Al momento ci sono due codici per due diverse tipologie di industria, una per i quotidiani e i media esistenti, l’altra per un modello legato alle telco in cui si ritiene che “i dati semplicemente fluiscono attraverso di voi”: non si può ritenere un operatore responsabile se qualcuno dice qualcosa di inappropriato al telefono.
Nell’occasione Zuckerberg ha ricordato il lavoro fin qui svolto con oltre 35.000 dipendenti a livello globale già impegnati nell’identificare e rimuovere i contenuti dannosi e quelli riconducibili a disinformazione o misinformazione. Tra i risultati ottenuti la rimozione di oltre un milione di account fake ogni giorno. A questo si aggiungono le iniziative messe in campo per evitare che Facebook possa essere preso di mira da realtà intenzionate a influenzare il processo democratico in vista delle elezioni come presumibilmente avvenuto quattro anni fa con le Presidenziali USA. Altro tema discusso in occasione della conferenza tedesca è quello relativo alla Digital Tax.