Entrate per 17,65 miliardi di dollari e 6,09 miliardi di profitti (+19% anno-su-anno), tutto andato ben oltre le previsioni formulate dagli analisti. Questi i risultati finanziari relativi all’ultima trimestrale che sono valsi a Facebook un immediato incremento nel valore del titolo sul mercato azionario. La quasi totalità degli introiti è legato all’advertising, in crescita del 28% rispetto allo stesso periodo del 2018.
Trimestrale Facebook: il business di Zuck sta molto bene
Il business del social network in blu è in salute, nonostante la costante attenzione delle autorità e le sempre delicate vicende legate alla privacy che lo interessano, senza dimenticare che il progetto Libra per la creazione di una propria criptovaluta non è affatto partito con il piede giusto.
Altri numeri di interesse che emergono dal documento sono quelli relativi agli utenti attivi mensilmente (2,45 miliardi, +8% in un anno) e quotidianamente (1,62 miliardi). Per ognuno di loro l’azienda guadagna 7,26 dollari. Queste le parole di Mark Zuckerberg, raccolte in una dichiarazione da cui trapela la consapevolezza di quanto lavoro il gruppo debba ancora compiere per far fronte a problematiche che interessano temi delicati.
Abbiamo avuto un buon trimestre, con la nostra community e il nostro business che continuano a crescere. Siamo concentrati sul compiere progressi in merito ai principali problemi sociali e al fine di realizzare nuove esperienze per migliorare la vita delle persone in tutto il mondo.
Per il futuro la società ha intenzione di puntare sempre più su Instagram e sul format delle Storie, ormai condiviso da tutti i servizi offerti: Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger.
Una questione che Facebook dovrà affrontare di petto a breve, anche in conseguenza a quanto deciso oggi da Twitter, è quella legata all’advertising politico. La piattaforma ha alle spalle accadimenti poco chiari legati a interferenze estere registrate in occasione della campagna elettorale per le scorse Presidenziali USA e considerando come alla prossima chiamate alle urne manchi ormai solo un anno c’è poco tempo per definire una policy chiara (e aggiornata) sul tema.