Facebook rischia di dover affrontare i tribunali britannici ed irlandesi per la ricerca condotta all’inizio del 2012 su un ristretto gruppo di suoi utenti.
Lo studio , effettuato dai ricercatori di Facebook Adam Kramera, Jamie Guillory e Jeffrey Hancock ha di fatto manipolato i contenuti visualizzati sulla cronologia dei profili coinvolti, con lo scopo di verificare se gli stati emotivi si possono trasmettere ed influenzare le persone attraverso un social network, in una sorta di “contagio emotivo”.
Il problema è che i circa 700mila utenti coinvolti non sono stati affatto informati di tale manipolazione.
Ora, dunque, l’ Information Commissioner’s Office (ICO) britannico ha riferito di star pensando di chiedere al social network maggiori informazioni sullo studio ; allo stesso modo l’ufficio irlandese per la protezione dei dati ha detto di essere all’opera per contattare l’azienda di Zuckerberg.
D’altronde, nonostante abbia cercato di spiegare di essersi limitata al minimo impatto possibile e nonostante abbia dichiarato che nessun dato è mai stato associato specificatamente con una persona, Facebook sembra mostrare di avere la coda di paglia: quattro mesi dopo aver condotto il contestato esperimento ha aggiunto alla sua licenza d’uso la possibilità di utilizzare i dati dei propri utenti per fini di ricerca interni , motivazione che si aggiunge alla risoluzione dei problemi, all’analisi dei dati, ai test, ed al miglioramento del servizio.
Claudio Tamburrino