Facebook, il sito di social networking frequentato da milioni di utenti presenti ai quattro angoli del globo terracqueo, è sparito dalla rete per circa 2 ore e trenta minuti. Il panico si è diffuso tra gli utenti e gli amici degli amici , un massiccio feedback sulla incresciosa situazione ha invaso blog e siti di news ma per fortuna della rete Facebook-dipendente tutto è tornato a posto in tempi brevi. Ce la siamo vista brutta, confermano da Facebook.
È stato il giorno peggiore nella vita di Facebook degli ultimi quattro anni, ha detto il Director of Software Engineering di Facebook Robert Johnson commentando l’interruzione del servizio sul blog ufficiale della corporation. Non solo una gran quantità di utenti sono stati trattenuti “fuori” dai cancelli del social network o hanno sperimentato rallentamenti di accesso al limite dell’irraggiungibilità, spiega Johnson, ma il sito ha anche avuto un problema di API e con i pulsanti “Mi Piace” disseminati su centinaia di migliaia di siti web grandi e piccoli.
Johnson dice che le “colpe” del problema vanno addebitate a Facebook stesso , o per meglio dire a una modifica malriuscita nel sistema approntato dalla corporation per automatizzare la correzione dei valori errati all’interno dei parametri di configurazione della cache. Le conseguenze di questa modifica hanno fatto sì che “ogni client vedesse il valore errato e provasse a correggerlo. Poiché il fix prevede la generazione di una richiesta a un cluster di database, quel cluster è stato velocemente assaltato da centinaia di migliaia di query al secondo”.
La reazione a catena scatenata dal processo ha costretto Facebook a mettere prima il sito completamente offline, e poi ad aprire lentamente le porte a un numero sempre maggiore di utenti. La corporation si è scusata è ha promesso di gestire la configurazione dei suoi server con metodi meno “brutali” in futuro. Approfittando del breve periodo di downtime, gli utenti di Facebook dotati di senso dell’umorismo (e della farsa) hanno potuto sbizzarrirsi con le caricature degli “amici” in lacrime e di minacciosi personaggi impegnati a prendersi la responsabilità dell’incidente.
Alfonso Maruccia