Facebook sta da tempo lavorando per sospingere in Rete le aree del mondo afflitte da digital divide, con progetti volti a fornire connettività con l’ausilio di tecnologie innovative , con accordi con gli operatori locali per annullare i costi per gli utenti finali, con proposte volte a coinvolgere sviluppatori e aziende per fornire servizi mediati dalla propria piattaforma. Si tratta di un piano complesso e sfaccettato, non immune alle critiche che ne hanno denunciato la chiusura e la parzialità: il social network si sta però adoperando per dimostrare la propria buona volontà per fare chiarezza e per rendere la propria inziativa più inclusiva, a misura di utente e di sviluppatore.
In primo luogo, Facebook ha dato un nome alla piattaforma che ospita i servizi messi a punto da sviluppatori e aziende: il progetto, che nel mese di maggio ha iniziato a coinvolgere sviluppatori indipendenti affinché creassero servizi e contenuti da proporre gratuitamente nei paesi in cui siano stati stipulati accordi con i fornitori di connettività mobile, è da ora disponibile , formato app Android e sul sito dedicato , con il nome Free Basics .
Per un nuovo nome, ci sono anche nuove condizioni. Le critiche che nel corso dei mesi hanno investito il progetto si sono concentrate sulle dinamiche poco inclusive, che si sarebbero potute prestare a generare un ecosistema chiuso, appannaggio di pochi sviluppatori ed aziende che avrebbero potuto far conoscere i loro servizi per avvantaggiarsi una volta che il digital divide non fosse più un problema: Facebook, a tal proposito ha aggiornato le linee guida per gli aspiranti partecipanti al progetto, così da rendere più chiari i meccansimi di selezione per i servizi che saranno accolti sulla piattaforma.
Altro aspetto fortemente criticato dagli osservatori era la scelta di non supportare lo standard HTTPS per le connessioni sicure: Facebook ha ora comunicato di aver aperto alla cifratura nel mediare la fornitura di servizi e contenuti attraverso la propria piattaforma Free Basics. Il traffico scambiato con la mediazione dell’app è già cifrato, a meno che gli sviluppatori dei servizi che accoglie non abbiano scelto di non supportare HTTPS. Per quanto riguarda la navigazione attraverso il sito per browser mobile, il traffico scambiato tra l’utente e i server di Facebook sarà cifrato: si assicura che la temporanea decodifica necessaria alla compressione dei dati e alla fornitura di servizi gratuiti non comporterà abusi per la privacy degli utenti, con la conservazione dei soli domini dei siti richiesti e le informazioni relative alla mole dei dati scambiati. Sarà altresì cifrato, ove possibile, anche il traffico che passerà tra la piattaforma di Facebook e i servizi creati da terze parti.
Gaia Bottà