Ad esserselo lasciato sfuggire è lo studio legale che ha supportato i fratelli Winklevoss nella causa intentata contro Facebook, accusata di aver clonato il loro ConnectU: il caso è stato archiviato con una compensazione di 65 milioni di dollari.
La causa si trascinava da tempo: i fratelli Winklevoss e il loro compagno di corsi Divya Narendra avevano fondato ConnectU durante la loro carriera universitaria. Mark Zuckerberg, il CEO di Facebook, a quel tempo non era che un programmatore assoldato dai tre compagni. Èstato accusato di aver trafugato il codice e le idee su cui si edificava ConnectU. Non si conoscevano finora i dettagli dell’esito dell’accordo extragiudiziale che ha sanato il contenzioso: mantenere il riserbo, per lo studio legale che rappresentava i fondatori di ConnectU, significava rinunciare a visibilità e autorevolezza. È così che la cifra strappata a Facebook è trapelata in una newsletter.
Sono in molti coloro che si soffermano a soppesare i 65 milioni di dollari e a valutare l’impatto dell’accordo sulle casse di Facebook: è probabile che la liquidazione a favore dei fondatori di ConnectU sia avvenuta in denaro e in quote della società, ma non è dato sapere quali siano le proporzioni.
Facebook e ConnectU non si sono dimostrate disponibili a fornire alcun indizio. Nonostante il netto ridimensionamento del suo valore azionario, 65 milioni di dollari sembrano essere poca cosa per Facebook: quanto basta per sgomberare il campo dagli ostacoli alla propria ascesa. ( G.B. )