Si tratterebbe di risultati significativi , come ad inviare agli alti vertici di Facebook un messaggio chiaro: la stragrande maggioranza degli iscritti al social network in blu non è affatto soddisfatta del suo modo attuale di affrontare la delicata questione privacy.
A descrivere un generalizzato malcontento una recente indagine pubblicata da Sophos, azienda specializzata in sicurezza informatica. Ben il 95 per cento degli utenti di Facebook è convinto che le modifiche alle impostazioni sulla privacy di prossima implementazione siano da considerare in maniera del tutto negativa.
L’analisi – condotta da Sophos a partire da un campione di circa 700 tra lettori del suo sito e fan della relativa pagina Facebook – ha inoltre rivelato che soltanto il 2 per cento degli intervistati ha dimostrato buone inclinazioni verso le prossime privacy policy del social network in blu. Mentre un 3 per cento ha sottolineato come queste stesse non siano del tutto chiare .
Al centro delle critiche, il nuovo giro di privacy annunciato da Facebook alla fine dello scorso mese: i dati personali degli iscritti al sito in blu verranno automaticamente indirizzati verso applicazioni terze pre-approvate . A meno che gli stessi utenti non vadano a disattivare la particolare opzione in maniera manuale. A quanto sembra, queste nuove opzioni verranno installate di default su ogni profilo attivo su Facebook.
“Molti utenti di Facebook non sanno nemmeno bene come impostare le proprie opzioni sulla privacy in maniera sicura – ha spiegato Graham Cluley, senior technology consultant di Sophos – E soprattutto non dovrebbero ritrovarsi a disattivare un’impostazione del genere, ma nel caso ad attivarla, dopo aver fatto una scelta consapevole”.
Ma a giudicare dalle percentuali di Sophos, la stragrande maggioranza degli iscritti al social network in blu è ben consapevole dei rischi per la propria privacy, giudicando non certo ottimamente l’operato del sito. Secondo un’altra indagine , condotta da un gruppo di ricercatori universitari statunitensi, il popolo social sarebbe nettamente a favore di punizioni esemplari per tutte le aziende negligenti nella tutela dei dati personali.
In sostanza, gli utenti della Rete vorrebbero multe severe per siti come Facebook , decisamente più alte del tetto dei 2.500 dollari proposto dal questionario della ricerca condotta tra le Università di Berkeley e Pennsylvania. E chissà come potrebbero reagire davanti ad alcuni rumor – fatti circolare da esperti di marketing – che vorrebbero il sito di Mark Zuckerberg particolarmente attivo nel campo della pubblicità mirata.
Tra le nuove idee del sito in blu – da presentare a breve nel corso di una conferenza a San Francisco – ci sarebbe quella di implementare dei particolari pulsanti legati allo sharing con alcuni siti web. Agli utenti bastera cliccarci sopra per condividere un link con i propri amici via Facebook Connect .
Una volta condiviso il link, il social network lo considererebbe una sorta di prova di un certo interesse dell’utente. Provvedendo quindi a confezionare abiti pubblicitari su misura degli iscritti, che si ritroverebbero a visualizzare ads personalizzate sul proprio profilo. In pratica, Facebook inizierebbe a tracciare le attività di navigazione dei suoi iscritti, anche se un suo portavoce ha smentito ufficialmente il fatto. Che probabilmente non piacerà ai già sufficientemente adirati utenti.
Mauro Vecchio