Continua il botta e risposta tra le parti per cercare di influenzare la decisione dei legislatori europei sul cosiddetto fair share. Dopo l’ennesima richiesta delle principali telco è arrivata quella della CCIA (Computer & Communications Industry Association) e altre associazioni tech che invitano i Ministri delle telecomunicazioni ad abbandonare l’idea di una tassa a carico delle Big Tech.
Gli utenti pagheranno due volte
In seguito all’incremento del traffico dati, dovuto principalmente ai servizi cloud e allo streaming, gli operatori di telecomunicazioni hanno chiesto l’approvazione di una legge che imponga alle Big Tech (Netflix, Microsoft, Amazon, Google e altre) di contribuire ai costi di realizzazione e manutenzione delle reti. Thierry Breton, commissario per il mercato interno, ha dichiarato che la questione è piuttosto complessa e che occorre un Digital Network Act.
Alla vigilia dell’incontro tra i Ministri delle telecomunicazioni, che si svolgerà oggi e domani, un gruppo di associazioni ha chiesto di respingere una volta per tutte la pretesa delle telco. Nella comunicazione ufficiale viene evidenziato che, in base ai risultati della consultazione avviata dalla Commissione europea, la maggioranza dei paesi si oppone all’introduzione di questa “tassa”.
Secondo le associazioni, il fair share non ha nulla di equo, anzi avrebbe conseguenze negative sull’economia digitale e la net neutrality. Consumatori e aziende pagherebbero due volte, finanziando gli stessi investimenti sulle reti che già pagano attraverso gli abbonamenti.
Il fair share è una delle iniziative europee meno popolari, quindi non doveva essere nemmeno presa in considerazione. Le associazioni invitano i Paesi membri ad abbandonare l’idea di inserire il fair share nelle future legislazioni, incluso il Digital Network Act.