Affrontare il fenomeno delle fake news con l’intento di contrastarne la diffusione non è affatto cosa semplice: lo sa bene Facebook, con la piattaforma finita più volte sotto accusa per la circolazione sulle proprie bacheche di notizie ritenute false o quantomeno fuorvianti, tanto da aver influenzato l’esito delle presidenziali USA, mediante interferenze esterne, portando all’elezione di Trump. Il social network può però ora disporre di un’informazione in più per meglio approcciare il problema, alla ricerca di una soluzione efficace se non definitiva: quella anagrafica.
Facebook, gli over 65 e le fake news
Facciamo riferimento alla ricerca condotta dalle università di New York e Princeton, in collaborazione con l’istituto britannico YouGov, il cui esito è stato pubblicato sulle pagine della rivista Science Advances. Basandosi sull’analisi delle informazioni raccolte (con la partecipazione volontaria di 3.500 utenti) a partire dall’inizio del 2016, è emerso che le persone con età superiore a 65 anni sono maggiormente propense a condividere contenuti ascrivibili alla categoria delle fake news: l’11% circa, oltre il doppio rispetto a quanto rilevato nel range compreso tra 45 e 65 anni e di gran lunga di più rispetto al 3% dei giovani (18-29 anni).
Un altro dato di rilievo: restando nell’insieme degli over 65 che contribuiscono a diffondere disinformazione non sembrano esservi particolari differenze in termini di vicinanze a uno schieramento politico piuttosto che ad un altro, così come nel livello di formazione o nello status economico. Insomma, l’età come unica discriminante. Quali siano le ragioni che hanno portato a emergere un simile risultato non è del tutto chiaro nemmeno ai ricercatori stessi. Due le teorie avanzate: un gap nella preparazione digitale dei soggetti in età più avanzata che rende difficoltoso individuare le fonti meno affidabili e un declino delle abilità cognitive inesorabilmente legato allo scorrere del tempo.
Alla luce di quanto emerso Facebook (così come le altre piattaforme interessante dal problema) potrebbe avere dalla sua un’arma in più nella battaglia alle fake news, andando a concentrarsi nella creazione e nella distribuzione di strumenti che possano tenere conto anche di questa indicazione.
Nell’articolo siamo stati attenti a non utilizzare i termini “anziano” o “anziani” per indicare la popolazione over 65, come di recente suggerito da SIGG (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria) che in novembre ha innalzato la soglia a 75 anni.