Pochi giorni fa gli Stati Uniti si lamentavano degli scarsi risultati nella lotta alla pirateria in Cina e ieri il regime pechinese ha messo in scena i falò di piazza , per trasformare in cenere i polimeri che conducevano opere contraffatte.
Da quanto si apprende nel giro di poche ore in decine di province cinesi sono stati bruciati 42 milioni di “pezzi” pirata , in particolare audio e video ma anche grandi quantità di libri e persino riviste con contenuti illegali.
Stando all’agenzia di Stato Xinhua , siamo dinanzi ad una campagna nazionale .
Long Xinmin , a capo della divisione Informazione del Governo, ha detto che “attraverso l’atto della distruzione intendiamo mostrare al mondo la ferma determinazione del governo cinese nella protezione delle proprietà intellettuali e nel combattere qualsiasi violazione, e aumentare la consapevolezza delle persone nella lotta contro la pornografia e le pubblicazioni illegali”.