L’Istituto Superiore di Sanità ha voluto lanciare un appello a tutto i cittadini affinché evitino testi, ricerche e – soprattutto – acquisti relativi a farmaci legati in qualche modo a cure alternative o non dimostrate per Covid-19. L’attuale stato di confusione, dovuta soprattutto alla feroce bulimia di informazioni su un tema tanto totalizzante, fa il paio con il panico crescente ed ha creato grandi spazi di opportunità per truffe e complottismi.
L’appello dell’ISS parte dalla verità dei fatti, ossia che le sperimentazioni sono in atto, sono fatte secondo i crismi ed i tempi che la scienza si è data nei secoli ed i risultati verranno divulgati non appena saranno comprovati dal metodo sperimentale canonico. Fino ad allora, però, tocca alle persone adoperarsi affinché non possa venir meno la fiducia nella scienza e non ci si lasci abbindolare da falsi curatori, falsi medicinali e false strategie di prevenzione.
Nessuno spazio, dunque, a terapie fai-da-te basate sull’autoprescrizione di antivirali o antibiotici o di altri farmaci per i quali è obbligatoria la prescrizione medica. Quelli pubblicizzati online potrebbero essere falsificati e, perciò, inefficaci o pericolosi per la salute.
Farmaci e keyword da evitare
Se in linea generale occorrerebbe star lontano da tutto quel che non è ufficiale, perché al di fuori della sanità ufficiale tutto può facilmente scivolare in terreni estremamente pericolosi o facilmente truffaldini, da alcuni farmaci occorre stare lontani in modo particolare. I nomi si sentono e leggono ormai ovunque: Arbidol, clorochina, Kaletra (su cui pende già anche la condanna dell’AGCM) e altri ancora corrono rapidi sulle praterie dei social network, passando di profilo in profilo sulla scia di “inoltra” e “condividi” dettati da paura, emotività o indignazione.
Spiega in proposito l’ISS nel tentativo di far chiarezza con le parole stesse della scienza:
Arbidol, Kaletra, clorochina e idrossiclorochina sono i risultati essere i farmaci più propagandati per la cura della COVID-19. Digitando sia il nome commerciale del farmaco che il suo principio attivo, i ricercatori hanno scoperto che l’Arbidol (umifenovir), un antinfluenzale la cui efficacia contro la COVID-19 non è dimostrata, prodotto e approvato in Russia, ma non dalla FDA né dall’EMA, viene venduto in vari dosaggi ad un costo variabile che raggiunge i 40 euro, da 10 farmacie extraterritoriali senza necessità di ricetta medica. Il Kaletra (lopinavir/ritonavir), un farmaco ospedaliero utilizzato per il trattamento dell’HIV che necessita di ricetta non ripetibile, viene spacciato come anti COVID e venduto su più di 20 siti, il 60% dei quali non chiede la ricetta medica, altri la chiedono ma offrono, con un sovraprezzo, la possibilità di ottenerla online.
Ancora: la clorochina, un antimalarico che può richiedere solo dietro prescrizione medica chi si reca in zone a rischio malaria, usato nella sperimentazione contro il SARS-COV-2, viene anch’esso venduto online proposto come rimedio certo anti COVID. Così pure l’idrossiclorochina (Plaquenil) viene venduta illegalmente su un sito, che reclamizza contro il COVID, con tanto di guida ai dosaggi, anche la clorochina, l’oseltamivir, il ribavinir, l’indometacina, il lopinavir/ritonavir.
Arsenicum album, Gelsemium, Bryonia alba etc. sono invece i nomi di rimedi ayurvedici e oli essenziali per aromaterapia spacciati per rimedi per la cura o la prevenzione della COVID – 19 ma quel che più colpisce e desta allarme in questi siti è la tendenza a minimizzare la pandemia con frasi del tipo “il coronavirus non è più pericoloso degli usuali virus influenzali”.
I social sono il luogo più pericoloso, soprattutto perché troppe persone credono a qualsivoglia testimonianza giunta online: tutti ricorderanno il virologo italiano trasferitosi in Giappone, dalle cui parole si è scatenata una ridda di fake news arginate più dall’oblio che dalla capacità reale del sistema di far chiarezza:
Registrazioni audio e video di sedicenti esperti che neanche dicono il loro nome o la loro qualifica professionale ma che parlano di coronavirus e distribuiscono consigli e raccomandazioni (quali l’assunzione di vitamina C e D, come di tisane calde per sconfiggere il virus o addirittura il consumo di cannabis per immunizzarsi!) e tabelle di classificazione dei sintomi attribuite alla Croce Rossa Italiana (che ha smentito) per distinguere quelli da COVID da quelli dell’influenza stagionale.
Purtroppo l’articolo dell’ISS non troverà le stesse condivisioni di molti altri teoremi, perché la logica viene condivisa molto meno rispetto all’indignazione. Ma la logica, come la scienza, ha i suoi tempi ed il tempo è notoriamente galantuomo.