Il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, ha comunicato l’avvio della seconda fase del progetto Fascicolo Sanitario Elettronico che prevede l’implementazione in tutte le Regioni, sfruttando i 610 milioni di euro stanziati dal decreto di agosto e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 4 ottobre scorso. Durante la Conferenza Stato-Regioni Unificata sono stati presentati i risultati ottenuti nella prima fase.
Successo per la prima fase, via alla seconda
La prima fase del progetto ha interessato sei Regioni. L’obiettivo per Basilicata, Campania e Piemonte era incrementare l’alimentazione dei fascicoli sanitari dei cittadini, ovvero il caricamento di vari documenti, fino all’80%. In circa sette mesi, la Basilicata è passata dal 27% al 95% dei documenti, la Campania dal 1,5% al 53%, il Piemonte dal 50% all’80%.
Emilia-Romagna, Lombardia e Puglia sono state invece coinvolte per la portabilità interregionale, ovvero il trasferimento dei documenti quando il cittadino cambia Regione di residenza. La percentuale di migrazione dei documenti è aumentata dal 14% al 93% nel periodo ottobre 2021-giugno 2022, mentre gli errori di migrazione sono diminuiti dal 5% allo 0,60%.
La seconda fase del progetto FSE prevede il coinvolgimento di tutte le Regioni e Province autonome, per le quali sono disponibili 610 milioni di euro (risorse del PNRR). I fondi serviranno per potenziare l’infrastruttura digitale e migliorare le competenze dei professionisti del sistema sanitario.
Il Ministro ha inoltre fornito un aggiornamento sulla piattaforma di telemedicina. Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) ha ritenuto economicamente conveniente e di pubblica utilità la proposta di partenariato pubblico-privato ricevuta da Poste Italiane, Dedalus, Engineering, Althea e Almaviva. Entro l’autunno saranno avviate le procedure di gara che permetterà alle Regioni di offrire visite, assistenza, consulto e monitoraggio da remoto.