Milano – La proposta di aumento del canone Telecom Italia è difficile da digerire: non solo non va giù agli utenti, ma neppure ai competitor della compagnia telefonica. L’incumbent, come noto, intende infatti ritoccare verso l’alto anche i costi di unbundling, ma Fastweb si oppone, ritenendo la richiesta di Telecom basata su principi “sbagliati e deboli”.
La considerazione è stata formulata in questi termini da Stefano Parisi, amministratore delegato dell’azienda, che ha tenuto a sottolineare quanto operatori alternativi e provider siano uniti e allineati nella loro posizione di fronte all’ Authority per le Garanzie nelle Comunicazioni contro una manovra che, oltre a colpire loro, andrà a frugare anche nelle tasche degli utenti finali.
L’aumento del costo del servizio di unbundling, ha osservato Parisi, è del 25% circa, da 7,64 euro a 9,40 euro al mese. Per Fastweb, questa manovra potrebbe comportare un un impatto negativo di circa 20 milioni di euro.
L’amministratore delegato confida che l’Authority non accolga la richiesta di Telecom Italia, basata su “principi sbagliati e deboli”: sbagliati “perché non basati sul costo storico della Rete che é in diminuzione”, ma anche deboli “perché l’Italia sarebbe l’unico paese dove le tariffe crescono invece di diminuire”.