Informatica, biologia e genetica, a braccetto e allineate ai tempi per deCODE genetics : tutto gira attorno a deCODE me , pubblicizzato come il primo servizio di analisi del genoma umano in versione consumer . Si tratta di un new business , sinora circoscritto agli ambienti B2B (Business To Business) e accademici, e che ora viene introdotto al grande pubblico.
“Fornisce le informazioni di sequenza basate sull’analisi di un milione di singoli polimorfismi dei nucleotidi , per 895 dollari (circa 612 euro)”, spiega The Genetic Genealogist precisando che, ai fini della tutela della riservatezza, l’azienda si è dotata di sito con interfaccia sicura ( https ). Un progetto, dunque, che va oltre gli studi genetici già visti in precedenza, quali l’analisi del DNA mitocondriale .
Nel comunicato stampa di deCODEme si legge: “Con l’impiego del servizio potete apprendere cosa indica il vostro DNA sugli antenati, i vostri tratti somatici – come il colore dei capelli e degli occhi – come pure il trovarsi varianti genetiche associate con rischi maggiori o minori della media di contrarre patologie invalidanti. Queste informazioni vengono continuamente aggiornate con ogni nuova scoperta nel campo”.
Una volta creato un account , spiega l’azienda, per eseguire l’analisi occorre inviare un campione biologico. Dopo qualche settimana il cliente riceverà un’accurata analisi svolta su più di un milione di varianti-chiave, relativa al proprio genoma , accessibile da un’interfaccia utente semplice e intuitiva.
La notizia ha sollevato attenzione sotto vari profili, su cui si sofferma il New York Times esaminando molti esempi di rilevanza etica e morale. “Cosa accadrebbe se si sapesse di essere predestinati a morire giovani? O di aver passato un gene cattivo ai propri figli? O, più materialmente, se una compagnia di assicurazioni potesse impiegare simili informazioni contro la clientela?”, sono tra i primi interrogativi.
Lo scenario della novità appare dunque molto complesso ma, più di ogni altra cosa, delicato . “Se le persone affrontano gli esami con la consapevolezza dei limiti che hanno e, soprattutto, prendono in considerazione i risultati con un granello di sale in testa, benissimo”, dice Angela Trepanier, presidente subentrante della National Society of Genetic Counselors . “Ma occorre comunque prestare particolare attenzione a cosa sapere e cosa non sapere”. Il dott. Kari Stefansson, chief executive di deCODE Genetics, precisa: “Le informazioni fornite dall’azienda non coincidono con un test genetico. Se i clienti pensano di essere a rischio per un particolare tipo di patologia, debbono sottoporsi a un test specifico dal proprio medico”.
Per i più curiosi, SeqAnswers pubblica alcuni post in cui sono state memorizzate sessioni di registrazione al sito, con tanto di snapshot delle schermate e alcune impressioni dei frequentatori del forum.
Marco Valerio Principato