Un miliardo di fatture elettroniche sono in archivio. Con una duplice percezione che prende piede: da una parte i problemi evidenziati da media e addetti ai lavori, che nelle sbandate più o meno evidenti di questi primi mesi hanno visto un fallimento procedurale del progetto e del Sistema di Interscambio, e dall’altra i toni sempre più rilassati di chi, operando quotidianamente sulle e-fatture, vede un orizzonte sempre più limpido di fronte a sé. I numeri e la percezione stanno dicendo questo: la fattura elettronica sta entrando a regime. Scontate le difficoltà iniziali, fatto tesoro del peccato originale di alcuni colli di bottiglia, ora i processi sembrano fluire più rapidamente e la curva di apprendimento ha ormai oltrepassato il punto critico.
Secondo i dati trasmessi dall’Agenzia delle Entrate, gli operatori coinvolti sarebbero stati oltre 3,3 milioni in tutta Italia per un volume di transazioni che nel giro di 6 mesi ha raggiunto quota 1689 miliardi di euro. Milano, con 257 milioni di fatture elettroniche, è la città più attiva in tal senso seguita da Roma con 196 milioni. Da non sottovalutare anche questo aspetto: la digitalizzazione dei processi consente tra le altre cose anche una analisi più rapida e puntuale dei flussi di mercato in corso, avendo così il polso della situazione in modo automatico e con possibili tempi di risposta (sia da parte dell’Agenzia delle Entrate che da parte della politica) più rapidi rispetto al passato.
Tra le altre cose si segnalano 8 milioni di deleghe per i servizi del sistema Fatture e corrispettivi (online da poche ore la possibilità di accedere alle proprie fatture elettroniche per consultazione e download). Inoltre “sfiorano quota 3,8 milioni, infine, le richieste di generazione del Qr code da mostrare al fornitore tramite smartphone, tablet o su carta, per consentirgli di acquisire in automatico i dati del cliente“.
Dagli ultimi dati emerge che il settore più interessato dalla trasmissione delle fatture elettroniche è quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio-riparazione di autoveicoli e motocicli, che fa registrare 265.596.119 invii da parte di 714.580 operatori. Segue il settore della fornitura di energia elettrica e gas, con 183.294.866 invii, quello dei servizi di informazione e comunicazione, con 161.857.886 invii, e le attività manifatturiere, che fanno registrare circa 99 milioni di e-fatture trasmesse. Con riguardo invece alla platea degli operatori coinvolti, tra i più attivi, dopo concessionarie e autofficine, troviamo liberi professionisti (484.207) e costruttori (386.739).
Il prossimo bilancio sarà possibile al termine del secondo semestre, quando ormai sarà a regime anche l’omologo sistema dello scontrino elettronico avviato solo in questi giorni tra gli esercenti con fatturato oltre i 400 mila euro.