L’FBI ha arrestato negli Stati Uniti 16 persone , comprese tra i 20 e i 42 anni, tutte sospettate di far parte del collettivo Anonymous.
Di questi, i cui nomi sono stati tutti divulgati dall’FBI, 14 sono stati accusati di aver preso parte all’ attacco ai danni della rete informatica di PayPal dello scorso dicembre. Sono residenti in Alabama, Arizona, California, Colorado, District Columbia, Florida, Massachusetts, Nevada, New Mexico e Ohio.
Gli altri due arresti a stelle e strisce sono invece collegati uno all’ attacco subito al sito del partner dell’FBI InfraGard; l’altro, invece, è riferibile all’offensiva pubblicizzata a giugno da LulzSec e in cui sono state divulgate informazioni confidenziali riservate prelevate da server di AT&T. L’uomo chiamato in causa in questo caso è un impiegato del contractor della telco Convergys, che viene accusato di aver avuto accesso senza autorizzazione a un computer protetto contenente i documenti e i file riservati.
Gli arresti seguono i mandati di perquisizione emessi dall’FBI nei giorni scorsi: dal momento che l’accusa è quella di danni volontari ad una rete protetta di computer e di cospirazione, la pena massima prevede, rispettivamente, 10 e 5 anni di prigione. Per entrambe le accuse, poi, si rischiano multe fino a 250mila dollari. In tutti i casi, ovvero durante le perquisizioni , sono stati sequestrati i computer trovati nelle abitazioni.
Nelle settimane scorse vi sono poi stati altri arresti collegati ai gruppo di hacktivisti Anonymous e LulzSec: uno in Gran Bretagna e quattro Olanda.
Claudio Tamburrino