L’FBI ha riferito che il metodo utilizzato per sbloccare l’iPhone del killer di San Bernardino non funziona con gli iPhone 5s ed i successivi dispositivi con la Mela .
Solo nelle settimane scorse il Bureau aveva annunciato la chiusura del caso contro Apple con il quale si chiedeva a Cupertino di collaborare al superamento delle protezioni a presidio del terminale al centro delle indagini. Il caso, aperto nel mese di febbraio , era incentrato sul fatto che l’FBI non avesse strumenti adeguati a forzare le protezioni disposte Apple: sulla base dell’All Writs Act, una normativa del 1789 che dà ai tribunali il potere di emettere ordini per rendere esecutivi decisioni di altre autorità, era stata formulata un’ingiunzione con la quale si imponeva a Cupertino di collaborare per sviluppare del codice per permettere agli inquirenti di crackare l’iPhone 5C di uno dei responsabili della strage di San Bernardino e così indagare sulle sue intenzioni terroristiche. Il caso giudiziario si era poi chiuso con il ritiro della denuncia da parte dell’FBI, arrivata nel frattempo per conto suo a trovare una soluzione tecnica per violare il dispositivo del killer di San Bernardino.
L’FBI, dunque, ha iniziato a riferire dettagli circa il metodo che ha trovato per accedere al device, nonostante finora abbia sempre riferito di non voler rilasciare informazioni, una posizione che aveva scatenato un nuovo dibattito dal momento che faceva intendere come le autorità intendessero continuare ad utilizzarlo in tutti i casi fosse necessario, anche in aiuto alle forze di polizia locali, impedendo al contempo a Cupertino di correggere la falla individuata nel proprio sistema e sfruttata per accedere alle informazioni riservate dei suoi utenti.
Nel dettaglio, dal momento che il device al centro del caso era un iPhone 5c con sistema operativo più recente, iOS 9, il muro crittografico scavalcato dalle autorità sembra aver a che fare specificatamente con il modello utilizzato e non con il software che monta: i modelli precedenti a iPhone 5s, infatti, non hanno per esempio il sensore Touch ID , installato di default da Apple nei dispositivi successivi, e non possono quindi contare sul sistema Secure Enclave.
La notizia è fuoriuscita tra le informazioni divulgate dalle autorità ai senatori degli Stati Uniti, cui il Bureau ha riferito di aver acquistato lo strumento da un privato .
Claudio Tamburrino