Washington (USA) – Niente da fare, l’ FBI ha provato a rassicurare che il suo sistema di intercettazione elettronica, noto come Carnivore, non è un virus che viola la privacy degli utenti. Ma pare proprio non essere riuscita nell’intento.
In una dimostrazione effettuata dinanzi ai giornalisti e a chi ha criticato Carnivore, la polizia federale americana ha cercato di dimostrare che i filtri vengono configurati a puntino per consentire l’esclusiva intercettazione dei messaggi desiderati. La ACLU e molti altri, invece, rimangono dell’idea che con questi mezzi i messaggi di tutti sono “a rischio”.
La polizia federale ha affermato di aver utilizzato la tecnologia in 25 casi nell’ultimo anno e in stretta osservanza delle attuali leggi sull’intercettazione delle comunicazioni. E ha specificato che Carnivore viene installato solo presso i provider di medie e piccole dimensioni che hanno necessità di un supporto tecnico. I grandi provider, infatti, sarebbero già in grado di fornire le info che servono alla polizia federale quando questa lo richiede.
Come noto, Carnivore intercetta le comunicazioni email e manda all’ FBI copia dei messaggi partiti da un certo indirizzo o a questo inviati. Ma il sistema, per farlo, scansiona i dati anche di tutti gli altri messaggi e da qui, secondo molti, si arriva alla violazione della privacy di utenti le cui comunicazioni non dovrebbero essere monitorate.