Era stato classificato come il primo caso di cyber-attacco alle infrastrutture vitali statunitensi proveniente dall’esterno ufficialmente confermato , ma ora l’FBI e il Department of Homeland Security (DHS) gettano acqua sul fuoco: la pompa del sistema idrico di Springfield (Illinois) non è stata bruciata da un cracker nascosto dietro a un indirizzo IP russo.
FBI e DHS mettono dunque la mordacchia all’Illinois Statewide Terrorism and Intelligence Center (STIC), l’autorità che ha riportato l’esistenza di accessi telematici non autorizzati ai sistemi SCADA dell’impianto idrico della città, e all’esperto di sicurezza Joe Weiss che ha reso pubblico il caso.
Dopo aver condotto analisi dettagliate sull’accaduto, dicono FBI e DHS, “non sono state trovate prove in grado di supportare” le affermazioni dello STIC “basate su dati preliminari e non confermati”. Non ci sono insomma conferme che “sia avvenuto un furto di credenziali di accesso”, o che qualcuno sia coinvolto in “una qualsiasi attività malevola” che abbia portato al malfunzionamento di una pompa nell’impianto idrico cittadino.
FBI e DHS tengono poi a precisare di non aver scovato alcuna traccia di cyber-attività malevole o traffico non autorizzato proveniente “dalla Russia o da qualsiasi altra entità straniera”. Le autorità federali sembrano voler chiudere in fretta il caso, anche se le analisi sull’incidente proseguono ancora oggi.
Chi invece continua a considerare significativo ciò che è accaduto a Springfield è il succitato esperto Joe Weiss, che si chiede come sia possibile che diverse agenzie governative siano così palesemente in disaccordo. “Se il rapporto STIC è corretto – avverte Weiss – allora abbiamo perso tempo prezioso lasciando molti altri nodi dell’infrastruttura potenzialmente vulnerabili mentre aspettiamo di capire se fare qualcosa o meno”.
Alfonso Maruccia