Il cybercrimine costituisce tema di dibattito per organizzazioni e soggetti di ogni parte del mondo . L’ultima versione del rapporto annuale di Internet Crime Complaint Center (IC3, task-force che include anche l’FBI) prende invece in esame la situazione degli Stati Uniti, rilevando come il valore annuale delle denunce provocate dalle azioni dei cyber-criminali tra il 2008 e il 2009 sia sostanzialmente raddoppiato .
IC3 dice che nel 2008 il crimine telematico pesava per 265 milioni di dollari, mentre nel 2009 si è arrivati a 560 milioni con un aumento del 22,3 per cento. In totale il numero di lamentele ricevute dal centro ammonta a 336.655, delle quali 146.663 attribuite ad agenzie di “enforcement” locali, statali o federali.
Le categorie più rappresentante includono la mistificazione della vera identità dei truffatori spacciatisi per agenti della stessa FBI (16 su 100), la mancata consegna di merci acquistate in rete (11,9 per cento), le tristemente note truffe alla nigeriana (9,8 per cento), furto di identità e truffe legate al sovrapagamento.
Parlando di denaro vero e proprio, IC3 riferisce che le perdite medie più alte interessano frodi in investimenti finanziari (3.200 dollari), sovrapagamento (2.500 dollari) e le suddette truffe alla nigeriana (1.500 dollari).
Dal 2000 a oggi, a ogni rapporto rilasciato da IC3 (con l’eccezione del 2004) i conti del cyber-crimine hanno conosciuto una crescita costante. Quello riferito al 2009, a ogni modo, rappresenterebbe un autentico record negativo per l’economia digitale e la fiducia dei consumatori nella movimentazione di denaro online.
Alfonso Maruccia