La soluzione tecnica con cui l’FBI è riuscita a violare l’iPhone del killer di San Bernardino per accedere ai dati contenuti sarà utilizzata dagli agenti federali per aiutare tutte le forze dell’ordine che chiederanno aiuto.
La vicenda è quella che si è conclusa solo nei giorni scorsi, con l’FBI che ha ritirato la sua denuncia nei confronti di Apple con il quale si chiedeva a Cupertino di collaborare al superamento delle protezioni a presidio del terminale al centro delle indagini. Il caso, aperto nel mese di febbraio, era incentrato sul fatto che l’FBI non avesse strumenti adeguati a forzare le protezioni disposte da Apple: sulla base dell’ All Writs Act era stata formulata un’ingiunzione con la quale si imponeva a Cupertino di collaborare per sviluppare del codice per permettere agli inquirenti di crackare l’iPhone 5C di uno dei responsabili della strage di San Bernardino e così indagare sulle sue intenzioni terroristiche. L’FBI ha dunque trovato una soluzione tecnica al problema legale e ora vuole utilizzarla per aiutare tutte le forze di polizia che si trovano nella situazione di dover accedere nel corso di indagini ad informazioni contenute su un dispositivo con la Mela protetto da password.
A riferirlo è direttamente il Bureau in una lettera di due paragrafi indirizzata alle forze dell’ordine locali e statali: in essa si legge che l’FBI ha iniziato a cercare metodi propri per aver accesso ai dati contenuti nei dispositivi criptati dai produttori da quando si è trovata di fronte all’apparente impossibilità ad accedere alle informazioni contenute nel device del killer della sparatoria di San Bernardino, e che in suo soccorso sono arrivate diverse offerte di aiuto, tra cui il metodo proposto a metà marzo da una parte terza, dimostratosi efficace.
Considerando, dunque, “i rischi connaturati alle piste senza sbocco cui le indagini possono arrivare” a causa di un dispositivo bloccato, l’FBI ha annunciato che “manterrà aperto il dialogo” con le autorità locali, “facendo tutto il possibile per aiutarle”, sempre nel rispetto delle limitazioni legali e giurisdizionali.
Claudio Tamburrino