Nuovi dettagli , inviati dai vertici del Federal Bureau of Investigation (FBI) agli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF). Un ulteriore documento si è così aggiunto alle 150 pagine già pubblicate in esclusiva dalla testata statunitense Wired , circa l’implementazione di un vasto meccanismo di spionaggio da parte delle stesse agenzie federali a stelle e strisce .
Il governo di Washington avrebbe dunque utilizzato lo spyware – nome in codice Computer & Internet Protocol Address Verifier (CIPAV) – per monitorare pericolose attività legate al cybercrimine, oltre ai movimenti in Rete di individui sospettati di terrorismo o estorsione a mezzo informatico . Questa stessa tecnologia intrusiva sarebbe stata adottata fin dal lontano 2001.
I documenti inviati dall’FBI – in risposta ad una richiesta inviata da EFF in base alle previsioni del Freedom of Information Act (FOIA) – hanno dunque fatto luce sulle principali modalità di inoculazione dello spyware nelle macchine di determinati netizen sospetti. Nel caso di una scuola di Washington – al tempo minacciata da messaggi terroristici – CIPAV sarebbe stato installato sfruttando precise vulnerabilità a livello browser .
Stando ai documenti in mano agli attivisti, il sistema è in grado di carpire indirizzi MAC e IP della macchina, individuando le porte aperte e i programmi in esecuzione, prima di risalire ai seriali dei sistemi operativi. CIPAV ha raccolto indizi sui sospetti in svariati stati statunitensi, tenendo traccia delle URL visitate. Prima di consegnare ovviamente tutto ai federali.
Mauro Vecchio