Milano – Tra Google e FCA pare nata una bella storia d’amore: dopo aver dato vita alla newco Waymo , che si occuperà di integrare il sistema di guida automatica sviluppata da Mountain View nei prototipi di Chrysler Pacifica opportunamente equipaggiate, ora hanno anche presentato una versione particolare di Android integrata nell’interfaccia Uconnect già presente a bordo dei veicoli del gruppo.
Non si tratta di una semplice installazione di Android Auto a bordo di una automobile, bensì di una più stretta collaborazione che ha partorito una versione modificata di Android 7 Nougat con un’interfaccia e delle funzioni specifiche per sfruttare al meglio l’infotainment di bordo di FCA. È un progetto pilota, se così si può dire, che punta a dimostrare la possibilità per Android di adattarsi alle diverse richieste ed esigenze di diversi produttori di auto che stanno investendo molto su questi optional per far crescere le vendite.
Il vantaggio principale di questa soluzione, rispetto per esempio alla concorrenza di Apple Car Play, è appunto la possibilità di addattare interfaccia e funzioni alle specifiche fornite: in più c’è accesso alle app del Play Store , marketplace veicolato dal terminale smartphone che spesso si trova già in tasca del proprietario dell’automobile e che può consentire di espandare le funzioni dell’infotainment senza necessità di intervenire in officina sul software di bordo.
Opinioni entusiaste sono state offerte dai responsabili Google e FCA nel comunicato stampa ufficiale : per quest’ultima la collaborazione con il partner e l’utilizzo di Android permettono di avere voce in capitolo sullo sviluppo e la personalizzazione del prodotto che poi monterà sulle vetture, mentre per Google c’è l’opportunità di acquisire peso in un settore che sta muovendo ora i primi passi . Ci sono anche opportunità relative alla sicurezza: i sistemi di infotainmet proprietari dei singoli produttori possono presentare dei problemi di qualità del codice di cui invece un sistema più diffuso e su cui sono state investite più risorse, come Android, non dovrebbe soffrire.
Luca Annunziata