C’è chi ha azzardato ipotesi sulla presunta insonnia che attanaglierebbe le notti del chairman della Federal Communications Commission (FCC) statunitense Julius Genachowski. In dieci anni, i ritmi di crescita del broadband a stelle e strisce sono vistosamente calati, trascinando il paese in fondo ad una specifica classifica stilata alla fine del 2009 dalla Information Technology & Innovation Foundation .
Recentemente intervenuto nel corso del Web 2.0 Summit a San Francisco, Genachowski ha dovuto destreggiarsi tra domande insidiose e critiche più o meno velate. Le attività di FCC non avrebbero attirato le più entusiaste simpatie, soprattutto da parte dei vari provider a stelle e strisce. Ma il chairman è parso reattivo, in primis legittimando il ruolo chiave di FCC nel futuro sviluppo delle tecnologie a banda larga.
Gli Stati Uniti sarebbero pericolosamente indietro, certamente non aiutati da decisioni come quella della società Applied Materials che aveva trasferito il suo Chief Technology Officer (CTO) a Pechino. Un errore , almeno secondo Genachowski: “La domanda che tutti noi dovremmo porci è quante aziende ancora debbano trasferire i propri CTO all’estero prima che il paese entri in crisi”. Crisi intravista nel misero tasso d’innovazione – appena del 2,7 per cento – riscontrato in dieci anni di broadband.
Genachowski ha quindi ricordato l’impegno di FCC nella delicata battaglia per la cosiddetta net neutrality. Obiettivo primario, la riassegnazione delle frequenze, che dovrebbero necessariamente essere trasferite dai broadcaster ai vari operatori mobile . Operatori che dovrebbero collaborare in modo armonico per liberare la Rete da discriminazioni e doppie velocità.
Il chairman ha poi bacchettato Google e Verizon, protagoniste nella scorsa estate di un accordo che avrebbe sì scongiurato eventuali discriminazioni, ma non relativamente al quotidiano traffico dati all’interno dei network wireless per il mobile. “Sarebbe stato meglio che non avessero fatto quello che hanno fatto – ha spiegato Genachowski – perché di fatto hanno rallentato alcuni processi che avrebbero potuto portare ad una soluzione”.
Di soluzione ha però parlato David Cohen, attuale vicepresidente di Comcast. Intervenuto nel corso di un panel organizzato da Brookings Institution , Cohen ha sottolineato come i vari stakeholder abbiano ormai raggiunto una visione comune, prima concentratasi in sedi meno opportune. Quali? Secondo il vicepresidente sarebbero il Congresso e appunto FCC . La neutralità della Rete sarebbe una questione da discutere tra provider, in vista di un’auto-regolamentazione al riparo da intrusioni governative.
Chi pare invece deciso ad intervenire è il ministro delle Comunicazioni britannico Ed Vaizey, che ha recentemente annunciato l’intenzione di introdurre a livello legislativo un principio di doppia velocità . Provider come British Telecom e TalkTalk potranno cioè essere in grado di garantire velocità di banda superiori a tutti quei contenuti e servizi premium, relegando gli altri ad una seconda tangenziale del web.
Mauro Vecchio