“Indicazioni recenti hanno spiegato che il servizio Google Voice blocca alcune telefonate verso comunità rurali degli Stati Uniti. Siamo interessati nel raccogliere fatti che possano aiutarci a capire questa situazione nella maniera più completa”. Così l’inizio di una lettera indirizzata all’attenzione di Richard Whitt, consulente legale di Google, con cui la Federal Communications Commission (FCC) statunitense ha avviato un’inchiesta sulle effettive pratiche di funzionamento del servizio telefonico web-based di Mountain View.
Un esile documento di sole tre pagine, inviate dalla FCC per assicurarsi che “la banda larga rimanga larga, aperta, a basso costo e accessibile a tutti gli utenti”. Tre pagine per cinque punti principali, con cui le autorità cercheranno di far luce sulle chiamate in uscita bloccate da Google , in particolare verso alcune aree rurali statunitensi.
Per prima cosa, Google dovrà spiegare alla Commissione il modo in cui le chiamate vengono instradate e se ci siano restrizioni verso particolari numeri di telefono . Successivamente, dovranno essere illustrati il modo in cui BigG informa i suoi utenti in relazione alle restrizioni stesse, e i meccanismi legati all’eventuale pagamento di alcune funzionalità del servizio.
La lettera, firmata da Sharon E. Gillett a capo del Wireline Competition Bureau , ha chiesto a Mountain View di chiarire nel dettaglio il significato del concetto di invitation-only , spiegando se ci sia l’intenzione di offrire Google Voice in forme diverse da quest’ultima. Infine, l’interrogativo che ha già preoccupato società come AT&T: se il servizio sia in diretta concorrenza con quelli di telecomunicazione classificati dal Communications Act del 1934. “Si può definire Google Voice un servizio di telecomunicazione?”: a Mountain View avranno fino al 28 ottobre prossimo per spiegarlo.
Mauro Vecchio