Jerome Powell, Presidente della FED dal 2018, ha inviato nella notte un videomessaggio nel quale esprime una certa preoccupazione per ciò che le criptovalute stanno determinando nel mondo dell’economia. Il suo è un intervento che arriva a stretto giro di posta rispetto alla precedente richiesta della FED di accertare tutti i trasferimenti oltre i 10 mila dollari, anche quelli in criptovalute, ma in questo caso la mira è più alta: le istituzioni hanno il bisogno e il dovere di agire proattivamente nel mondo delle criptovalute per accertarsi che non si perda il controllo dei flussi del denaro. Non solo: serve un dibattito pubblico più aperto e serrato sul problema, così da maturare una vera consapevolezza sul tema con il coinvolgimento di tutte le parti sociali interessate.
La FED agisca
Powell spiega che “ad oggi le criptovalute non hanno costituito un modo conveniente per fare pagamenti“, dunque il problema non è una questione immediata. Resta però una questione urgente, poiché il mondo crypto “può rappresentare un rischio potenziale per gli utenti e più estesamente per il sistema finanziario“. Il Presidente della SEC non sembra soltanto richiedere un quadro normativo dedicato, ma sembra voler andare oltre, invocando un’entrata sul campo che sostituisca l’attuale anarchia delle criptovalute ad una eventuale criptomoneta di Stato. Ma lo si faccia attraverso il dialogo, l’approfondimento, lo studio collettivo.
Ciò che Powell invoca è una presa d’atto di ciò che sta succedendo, chiedendo che la Federal Reserve in primis comprenda i rischi ed i benefici legati alle criptovalute e si faccia carico di una analisi puntuale in un aperto dibattito. Le criptovalute non sono identificate come il nemico da abbattere, ma come uno strumento da adottare e irreggimentare: la FED, che sul controllo della moneta basa la propria mission, deve far propria questa urgenza e cooperare con le istituzioni politiche al fine di giungere ad un quadro generale più equilibrato e scevro di rischi poiché non è questo il compito dei privati (pienamente legittimati a riporre i propri intenti speculativi ove lo ritengono opportuno, utile e remunerativo).