Riceviamo e pubblichiamo un comunicato diffuso da Federconsumatori , che pone l’accento sulla questione dei servizi TLC non richiesti erroneamente addebitati agli utenti di telefonia e sui disagi da questi patiti per una qualità dei servizi ritenuta scadente.
Il presente anno ha visto crescere in maniera eclatante le disfunzioni ed i disagi sofferti dai clienti dei servizi telefonici: aumento dei guasti, aumento dei reclami per servizi non richiesti, per numerazioni a sovrapprezzo e per addebiti di consumi non fatturati in precedenza, etc.
Il fenomeno ha assunto dimensioni e livelli di insofferenza non più eludibili, oggetto peraltro di numerosi servizi televisivi, e tali da far sì che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (vedi comunicato dello scorso 26 ottobre), Telecom Italia e tutti i principali operatori di telecomunicazioni si siano impegnati con dichiarazioni di “virtuosi propositi” di miglioramento e quindi di investimenti volti a migliorare sia le infrastrutture che i sistemi commerciali e gestionali.
Era quindi legittimo per i consumatori, ma anche per le associazioni dei consumatori che vedono i propri uffici letteralmente occupati, e di tutto ciò Federconsumatori chiederà i danni, da clienti inferociti per gli abusi subiti, attendersi da subito l’avvio di un percorso di miglioramento. Purtroppo la proposta degli “obiettivi di qualità per il servizio Universale” discussa in Autorità non prefigura alcun serio impegno tale miglioramento.
Pertanto Federconsumatori ritiene inaccettabile che possano essere proposti, ma ancor di più accettati dall’Autorità, obbiettivi di qualità che “impegnano” Telecom Italia a conseguire gli stessi risultati del corrente che non sono stati affatto entusiasmanti in termini di reclami e lamentele:
a) continuare a ricevere 8 milioni di reclami (pari al 33% dei clienti ed al 4,5% delle fatture emesse);
b) continuare a consentire che ciascun telefono pubblico possa essere fuori servizio per 26 giorni;
c) continuare a poter “sbagliare” circa 1,7 milioni di bollette (obiettivo “accuratezza della fatturazione” misurato sui rimborsi riconosciuti) pari al 22% dei clienti che hanno reclamato ed all’1,5% delle fatture emesse;
d) continuare a non avere alcun obbligo di qualità neanche per l’accessibilità all’operatore dei servizi di assistenza clienti 187 e 191;
e) peggiorare il tasso di malfunzionamento dall’attuale 13% fino al 17,5% consentendo che possano tranquillamente andare fuori servizio un numero di linee pari a 3,5 o 4,7 milioni.
Su tutti questi punti Federconsumatori ha presentato all’Autorità ed a Telecom Italia le sue considerazioni secondo una logica di “primi passi” verso più sfidanti obiettivi.
Federconsumatori denuncia il “tentativo” di sostanziale immobilismo a danno dei consumatori, chiede a Telecom Italia di impegnarsi formalmente con obiettivi di “qualità” che siano in sintonia con gli investimenti comunicati e con le pretese di aumento del canone, richiama l’Autorità a svolgere un ruolo “coerente” con i suoi obblighi di tutela dei diritti dei consumatori e di miglioramento della “qualità” del sistema italiano delle comunicazioni.