Dopo una gestazione durata circa otto mesi, il team di sviluppo di Fedora ha infine dato alla luce la settima versione della sua celebre distribuzione Linux general purpose. L’arrivo di Fedora 7, in codice Moonshine , segna una tappa importante sia nella roadmap di sviluppo della distribuzione che nel suo percorso verso una maggiore indipendenza da Red Hat .
Come ha spiegato Max Spevack, project leader di Fedora e dipendente di Red Hat, Fedora continuerà a costituire la base di tutte le famiglie di prodotti della società dal cappello rosso, da Red Hat Enterprise Linux a CentOS, ma nello stesso tempo la distribuzione avrà ora “una vita completamente indipendente da quella di Red Hat o di qualsiasi altra entità commerciale “.
Spevack ha detto che l’intero codice di Fedora è stato riversato in un singolo repository esterno accessibile a tutti gli sviluppatori che desiderano contribuire al progetto. Questa novità, unita al fatto che l’intero framework di sviluppo di Fedora è ora aperto, “consente di creare pacchetti RPM per Fedora anche a chi non è alle dipendenze di Red Hat”, ha spiegato lo sviluppatore.
Questi cambiamenti sono stati pensati per coinvolgere in modo più diretto gli sviluppatori esterni , consentendo loro di contribuire allo sviluppo dei componenti chiave della distribuzione. Ciò ha reso superflua la precedente distinzione tra Fedora Core, che identificava la distribuzione formata esclusivamente dai pacchetti ufficiali, e Fedora Extra, che identificava invece i repository contenenti i pacchetti creati dalla comunità di sviluppatori volontari. Da qui la scelta di chiamare la nuova major release del sistema operativo semplicemente Fedora 7.
“Fedora 7 è la prima versione della distribuzione dove lo sviluppo è stato portato avanti al cento e uno percento dalla comunità”, ha affermato Spevack. “Fedora 7 è stata creata con lo scopo di migliorare il modo in cui le future versioni di Fedora saranno sviluppate”.
La piccola rivoluzione nel modo in cui viene sviluppata Fedora si accompagna all’uso di un framework che rende più semplice creare differenti versioni del sistema operativo . Tali versioni vengono chiamate spins , e sono varianti di Fedora create con uno specifico insieme di pacchetti software. Ciascuna spin possiede una combinazione di software adatta alle esigenze di uno specifico tipo di utente finale: ad esempio, di Fedora 7 esistono immagini Live CD avviabili con gli ambienti desktop basati su GNOME e KDE, immagini “standard” tagliate su misura per desktop, workstation e server, e immagini DVD che includono tutto il software disponibile nel repository Fedora. Gli sviluppatori fanno notare come questa sia la prima versione di Fedora a supportare pienamente i CD e i DVD live .
Il nuovo framework alla base di Fedora 7 mostrerà la sua piena potenzialità a partire dalla prossima release, la 8 (qui la roadmap ), che integrerà un wizard con cui gli utenti, inclusi coloro che non sanno nulla di programmazione, potranno creare una versione personalizzata di Fedora con pochi clic del mouse : sarà ad esempio possibile generare una ISO live oppure un’immagine avviabile da CD/DVD o da chiavetta USB.
Le principali novità tecniche e funzionali di Fedora 7 sono descritte in questa pagina , disponibile in italiano: tra le tante si citano il migliorato supporto al file-system NTFS di Windows, un più evoluto sistema di risparmio energetico, l’inclusione della tecnologia di virtualizzazione lato kernel KVM, il nuovo tema grafico Flying High , l’inclusione di Python 2.5 e un certo numero di pacchetti firmware per il networking wireless avanzato.
Fedora 7 può essere scaricata dai link forniti qui e sul sito ufficiale in lingua italiana .