Con circa un mese di ritardo rispetto al suo tradizionale ciclo semestrale dei rilasci, il progetto Fedora ha dato alla luce la sesta versione della propria distribuzione di Linux. Nota con il nome in codice Zod , introduce novità di rilievo in diverse aree, quali l’interfaccia grafica, le performance, l’amministrazione del sistema e la virtualizzazione
La prima novità che si incontra in Fedora Core 6 è la possibilità di accedere, già in fase di installazione, a repository di package RPM di terze parti . Ciò può essere fatto utilizzando Yum , un tool per la gestione dei pacchetti e degli aggiornamenti che nell’ultima versione di Fedora ha preso il posto di Up2date come RPM manager predefinito.
“Con Yum diventa assai più semplice prendere la base di applicazioni di Fedora e aggiungervi tutti i pacchetti e i prodotti di terze parti che si possono trovare sulla rete”, ha affermato Max Spevack, project leader di Fedora. “Questi miglioramenti, insieme all’ottimizzazione della dipendenza dai pacchetti e dei tool di aggiornamento, facilitano la gestione dei sistemi”.
Utenti e amministratori di sistema possono inoltre beneficiare di nuovi strumenti grafici per trovare e risolvere i problemi relativi all’estensione di sicurezza SELinux, amministrare in modo avanzato i cluster LVM, configurare le stampanti , e gestire interamente il noto software di virtualizzazione open source Xen attraverso un’ interfaccia grafica .
“Ora potete creare, cancellare e avviare le macchine virtuali di Xen senza dover utilizzare la shell a caratteri”, ha spiegato Spevack, che ha poi espresso la speranza che questo nuovo virtualization manager, utilizzabile anche da remoto, possa spingere la popolarità della virtualizzazione anche tra gli utenti meno esperti.
Tra le altre novità di rilievo c’è X.org 7.1 , che fornisce pieno supporto alla tecnologia di accelerazione grafica AIGLX , e il windows manager Compiz , capace di sfruttare AIGLX per aggiungere al desktop effetti visivi come trasparenze, dissolvenze e finestre 3D. Compiz viene installato di default, ma per utilizzarlo è necessario attivarlo manualmente.
Anche senza i prodigi del 3D, gli utenti di Fedora Core 6 possono “rifarsi gli occhi” grazie ad un tema grafico rinnovato , alle nuove versioni di GNOME (2.16) e KDE (3.5.4), e ai font DejaVu , divenuti i caratteri predefiniti di sistema.
Fedora Core 6 include poi la tecnologia Cool Key per il supporto nativo all’autenticazione via smart card , supporta IPv6, e utilizza un singolo kernel , basato sulla versione ufficiale 2.6.18, che identifica automaticamente il numero di processori del computer e configura il sistema di conseguenza.
Il nuovo sistema operativo promette di migliorare sensibilmente i tempi di esecuzione di molte applicazioni e le performance del file-system ext3. Da citare anche il supporto ai Mac x86 , che si aggiungono alle piattaforme PC e PowerPC.
Come noto, Fedora rappresenta il banco di prova delle tecnologie che veranno eventualmente integrate nelle distribuzioni commerciali di Red Hat : quest’ultima è, non a caso, fondatrice e sponsor del progetto. La prossima versione di Red Hat Enterprise Linux , la 5, dovrebbe ad esempio includere la stessa piattaforma di virtualizzazione di Fedora Core 6 e il tool Yum. RHEL 5 raggiungerà il mercato tra la fine di questo e l’inizio del possimo anno.
Le immagini ISO di Fedora Core 6 possono essere scaricate dai link forniti in questa pagina . Dato l’elevato traffico a cui sono attualmente sottoposti i vari mirror FTP e HTTP, i gestori del progetto suggeriscono agli utenti di scaricare la nuova distribuzione utilizzando BitTorrent.
Già disponibile anche Fedora Core 6 Live-Spins , una versione live del sistema operativo sviluppata dalla comunità di sviluppatori volontari del Fedora Unity Project .