Ma chi l’ha detto che il futuro della mobilità sarà il WiMAX? In Giappone NTT DoCoMo sperimenta il 3.5G da 250 megabit, negli USA AT&T e Verizon sono pronte a seguire Sprint sulla strada delle femtocelle . E nel frattempo proprio Sprint, capofila del WiMAX a stelle e strisce, si attacca al freno e rimanda il lancio del suo servizio wireless.
Ridurre il costo dell’espansione della rete di telefonia mobile, ridurre il carico della rete stessa grazie al passaggio delle comunicazioni sulla banda larga: sono tutti fattori che – grazie alle femtocelle – potrebbero abbassare anche il prezzo delle conversazioni per i consumatori e che, complice un WiMAX che stenta ad arrivare in forze sul mercato, potrebbero dare nuovo respiro alle ambizioni della telefonia mobile.
Proprio l’ annuncio di Sprint, che la scorsa settimana aveva avvisato i consumatori che il lancio effettivo della sua piattaforma WiMAX denominata Xohm sarebbe stato rimandato di un paio di mesi, ha riaperto la discussione. Nel caso specifico, Sprint ha motivato la sua scelta con la volontà di migliorare la qualità del servizio – soprattutto nelle grandi aree metropolitane – prima di proporlo al pubblico: ma i più maliziosi già parlano di una tecnologia, il WiMAX, che non ha alle spalle un sostegno adeguato per la sua crescita.
Nonostante la presenza di due pezzi grossi come Intel e Sprint, la consistenza sul mercato statunitense (e mondiale) di dispositivi abilitati all’uso del WiMAX è ancora scarsa: il Nokia N810, annunciato dal produttore finlandese il primo aprile, non sarà sul mercato USA prima di qualche mese. E solo con l’arrivo di Atom – il prossimo super chip per la mobilità di Intel, atteso nella seconda metà dell’anno – si cominceranno a vedere un certo numero di laptop in grado di sfruttare la nuova rete wireless.
Insomma, nonostante le promesse di investimento più che cospicue, WiMAX sembra essere una tecnologia del domani più che una tecnologia del presente. Se l’arrivo sul mercato di offerte e dispositivi dovesse tardare ancora, la partita con la telefonia mobile e la banda larga di quarta generazione potrebbe riaprirsi: soprattutto se, come accade nel resto del mondo , di WiMAX si parla poco e solo per il futuro.
In Italia l’assegnazione delle licenze per il wireless su grande distanza è storia di poche settimane fa. Il costo finale per guadagnarsi l’accesso alle frequenze è risultato altissimo, il più cospicuo di tutta l’Unione Europea, e la mancanza dei colossi delle TLC tra i vincitori (Telecom Italia a parte) potrebbe anche far avanzare qualche interrogativo in più sui tempi di realizzazione delle nuove reti.
Ci sarà pure un motivo se gli osservatori restano scettici , se nomi importanti come Fastweb e Tre in Italia, AT&T e Verizon negli USA , pensano già alla quarta generazione e alla cosiddetta LTE o si preoccupano della 3.5G del presente.
Le femtocelle potrebbero costituire la base per una sempre più rapida espansione dei servizi e per il miglioramento della loro qualità, di pari passo con un progressivo abbassamento delle tariffe. “Mi sembra una cosa veramente interessante – commenta Alfonso Fuggetta sul suo blog – Pensavo che WiFi e Wimax avrebbero fatto fuori le comunicazioni cellulari. Invece da un lato il 3.5G sta offrendo bande sempre più significative e, dall’altro, con queste femtocells stanno entrando in casa dell’utente”.
Luca Annunziata
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