Roma – Non è ancora chiarito il ruolo che un uomo di 29 anni può avere avuto in una recente, preoccupante incursione in un server mantenuto dall’esercito britannico. Preoccupante perché su quel server sarebbero archiviati i dati e i riferimenti di almeno 150mila persone , utenti di un sistemone che consente loro di tenersi in contatto.
Dell’uomo, residente a Chorley, nel Lancashire, non è stato reso pubblico il nome ma la polizia scozzese ha fatto sapere di aver sequestrato presso la sua abitazione un certo numero di computer e altri supporti informatici.
La società che gestisce il database online e i servizi collegati, Forces Reunited , ha spiegato in una nota: “Consideriamo la sicurezza una priorità e siamo felici che i nostri sforzi per garantirla sul nostro sito e ai nostri utenti abbiano avuto successo e abbiano prevenuto un danno serio”.
L’affermazione secondo cui il cracker non sarebbe riuscito ad impossessarsi di dati sensibili potrebbe trovare riscontro nel fatto che il 29enne, dopo l’arresto ed un primo interrogatorio, è stato rilasciato con la condizione di rimanere nella zona a disposizione delle autorità per ulteriori accertamenti.
Una situazione che sembra però indicare anche una sostanziale incertezza sul reale colpevole del cracking, viste anche le severe normative britanniche contro questo genere di azioni.