I più attenti non faticheranno a richiamare alla mente il tribolato rapporto fra Tesla e le criptovalute. Ebbene, ora Ferrari ha deciso di accettarle come metodo di pagamento per chi vuol acquistare un proprio veicolo. In un primo momento, l’iniziativa riguarderà solo ed esclusivamente gli Stati Uniti., Come reso noto da Enrico Galliera (Chief Marketing and Commercial Officer) attraverso le pagine di Reuters, sarà estesa più avanti anche all’Europa.
Compra una Ferrari, paga in criptovalute
La casa di Maranello ha deciso di offrire questa possibilità ai suoi clienti in considerazione dei progressi compiuti dall’ambito delle monete virtuali sul fronte della sostenibilità. In particolare, sono citati gli sforzi compiuti in termini di riduzione dell’impatto sull’ambiente e per quanto riguarda l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Il nostro obiettivo, finalizzato a raggiungere la carbon neutrality entro il 2020 lungo tutta la nostra catena del valore, è assolutamente confermato.
Ferrari vuole andare incontro a una richiesta del mercato. La decisione è stata presa dopo l’analisi delle richieste giunte da clienti e rivenditori, molti dei quali hanno investito in criptovalute.
Alcuni sono giovani investitori che hanno costruito le loro fortune sulle criptovalute. Alcuni altri sono investitori più tradizionali che vogliono diversificare il loro portafoglio.
Il partner scelto è BitPay, mentre gli asset selezionati sono Bitcoin e la stablecoin USDC. Non sono previste spese extra né commissioni.
Qual è il giro d’affari del Cavallino Rampante oltreoceano? Reuters cita oltre 1.800 veicoli acquistati da clienti statunitensi nella prima metà del 2023. Complessivamente, a livello globale, Ferrari ne ha venduti 13.200 nel corso del 2022, con pressi a partire da circa 200.000 euro per arrivare a oltrepassare la soglia dei due milioni di euro.
Abbiamo citato in apertura l’iniziativa di Tesla. Messa in campo a inizio 2021, per un breve periodo ha permesso di acquistare le auto elettriche del marchio pagando con Bitcoin, salvo poi essere fermata, pochi mesi dopo, dalla società guidata da Elon Musk.