Il brand Ferrari non esporterà più il Cavallino Rampante in Russia. L’annuncio odierno è un normale allineamento alle sanzioni comminate in questi giorni: il “niet” di Maranello non peserà certo sulla popolazione comune, ma qualche oligarca potrebbe dover allontanare le proprie velleità di poter sedere su una supercar di quelle a cui era probabilmente abituato prima del conflitto in Ucraina.
Ferrari per l’Ucraina
Il comunicato ufficiale del gruppo Ferrari spiega che è anzitutto interrotta la produzione di veicoli per il mercato russo “fino a nuovo avviso” e viene inoltre espressa solidarietà nei confronti del popolo ucraino, a cui viene destinato un milione di euro per aiuti immediati:
I fondi sono destinati alla Regione Emilia-Romagna che, in collaborazione con Croce Rossa e UNHCR, li impiegherà per dei progetti umanitari internazionali a sostegno dell’Ucraina e per l’accoglienza dei profughi presso il proprio territorio. Inoltre, saranno devoluti aiuti all’Associazione Chernobyl di Maranello, Fiorano, Formigine – ONLUS per sopperire alle esigenze degli ucraini che verranno ospitati nell’area vicina alla sede della Società.
Il CEO, Benedetto Vigna, ha spiegato che “mentre speriamo in un rapido ritorno al dialogo e in una soluzione pacifica, non possiamo rimanere inermi di fronte alle sofferenze dei civili colpiti“. Nel comunicato non viene però fatto alcun riferimento alla partnership che il team di Formula Uno intrattiene con Kaspersky, marchio moscovita di grande importanza nel mondo della sicurezza online: un dettaglio importante, sul quale al momento si sorvola.
Come confermato da un comunicato della stessa Kaspersky, i rapporti tra le parti erano stati rinnovati proprio a fine 2021 con un contratto di sponsorizzazione pluriennale che in questo momento è probabilmente scomodo, ma per il quale non si fa alcun riferimento tra le decisioni odierne.