Si è consumato al TAR uno scontro dalle conseguenze importanti per l’IT italiano: il tribunale amministrativo del Lazio ha ieri decretato che la gara d’appalto con cui le Ferrovie dello Stato hanno assegnato a Sirti una commessa da 150 milioni di euro l’anno per un totale di un miliardo di euro va annullata .
A contestare l’operazione era stata AlmavivA , secondo cui le procedure legate alle ultime fasi della gara erano poco chiare. Lo scorso 10 ottobre, il TAR aveva fatto capire di prendere molto sul serio il ricorso, tanto da decidere per una sospensione dell’aggiudicazione della gara che ieri, poi, ha deciso di annullare tout court.
È ancora presto, però, per comprendere gli esiti della decisione del TAR. La gara infatti potrebbe essere ripetuta da zero oppure come estrema ratio potrebbe essere aggiudicata alla stessa AlmavivA. In ballo c’è anche l’acquisto del 100 per cento di Tele Sistemi Ferroviari – TSF, la società che oggi fornisce in outsourcing i servizi di cui alla gara d’appalto, un acquisto previsto appunto dal contratto legato all’aggiudicazione della commessa.
Secondo Alberto Tripi, presidente di AlmavivA, la sentenza è giusta anche perché “oltre ai gravi vizi procedurali che hanno causato l’annullamento della gara, vale la pena di ricordare che l’offerta economica di AlmavivA è di 135 milioni di euro inferiore a quella presentata da Sirti. Inoltre, come accertato da un autorevole team di esperti (composto dai professori Livio Zoffoli, Guido Rey e Roberto Benzi) l’offerta tecnica è risultata lacunosa ed insoddisfacente sotto vari profili, e comunque non migliore di quella di AlmavivA”.
Tripi ha spiegato che, con la sentenza, FS sarà ora messa in condizione di acquisire i servizi IT di cui ha bisogno a prezzi di mercato e che solo questa soluzione a suo avviso consentirà ad AlmavivA di salvaguardare “i livelli occupazionali della controllata TSF”.