Lo sviluppo della rete in fibra ottica in Italia sta procedendo a rilento. Nonostante gli sforzi di Open Fiber, che guida la diffusione della banda larga nella penisola, molte aree del Belpaese risultano ancora irraggiungibili con la Gigabit e si trovano costrette ad affidarsi ancora all’ADSL. L’idea di portare la connettività FTTH lungo la rete ferroviaria potrebbe aiutare, ma i fondi per sostenere operazioni simili risultano ancora mancare, non solo entro i nostri confini ma anche nel resto del Vecchio Continente.
Secondo quando evidenziato da una recente consultazione pubblica lanciata dalla Commissione Europea, mancano almeno 200 miliardi di euro per lo sviluppo di fibra e 5G, e i traguardi del 2030 sono sempre più distanti.
Fibra e 5G, risuona l’allarme in Europa
Come ripreso da Corriere Comunicazioni, gli obiettivi europei del Decennio digitale sono a rischio. Con oltre 200 miliardi di euro che risultano mancare nelle casse delle aziende di telecomunicazioni, lo sviluppo della rete ultra-veloce in fibra e con antenne 5G verrà indubbiamente rallentato e potrebbe non giungere alle battute conclusive entro il 2030.
Il report completo della Commissione verrà pubblicato a luglio, ma già ci sono succose anticipazioni: scendendo nel dettaglio, le prime stime “relativamente prudenti” condivise dalla commissaria Kamila Kloc parlano di almeno 174 miliardi di euro mancanti, e di un gap di investimenti effettivamente più alto, forse addirittura vicino a quota 230 miliardi.
Si tratta di un divario troppo ampio che sicuramente non permetterà alle aziende telco di adeguare i propri mercati di riferimento alle reti ad alta velocità, distanziando parte della popolazione europea dall’Internet più moderno e performante. Proprio per questo motivo il fair share è diventato centrale nel dibattito europeo: secondo operatori come Orange e Vodafone, le grandi piattaforme digitali come YouTube e Netflix dovrebbero sostenere i costi per lo sviluppo e l’implementazione dell’infrastruttura 5G e in fibra, contribuendo con una “quota equa” all’installazione e all’aggiornamento di tali reti.
Solo il prossimo mese, comunque, comprenderemo al meglio le condizioni del Vecchio Continente.