Il nuovo post del blog ufficiale di Windows 8 è tutto dedicato al backup dei file, al perché e al percome gli utenti se ne servono poco e soprattutto alla nuova funzionalità di backup “consumer” introdotta nel nuovo OS, una funzionalità che Microsoft ha deciso di chiamare “File History”.
Gli ingegneri di Redmond spiegano che meno del 5 per cento degli utenti di PC domestici (“consumer”, appunto) fa il backup dei dati, un fatto che ha portato alla decisione di implementare l’ennesimo sistema di salvataggio dei file accanto agli strumenti già integrati da tempo negli OS Windows.
File History non si serve del “cloud”, né di una porzione isolata del disco di storage principale come la veneranda tecnologia Volume Snapshot Service (VSS) introdotta da Windows XP SP2: la nuova funzionalità ha bisogno di un disco esterno sia esso USB, disco ottico formattato in UDF, unità NAS o quant’altro.
File History funziona in maniera non dissimile dalla “Time Machine” di Apple, salvando una copia dei file personali dell’utente (cartelle desktop, librerie, bookmark e contatti) sincronizzandola sul disco esterno scelto per fare da ricettario al backup, con una frequenza personalizzabile che nelle impostazioni di default è di una volta ogni ora.
Microsoft ha implementato File History pensando soprattutto alla facilità di gestione, sia in fase di backup che di ripristino: la funzionalità va abilitata dall’utente, coesiste con Windows Backup e dovrebbe rappresentare un’opzione aggiuntiva al già citato sistema VSS . Diversamente da quest’ultimo, infatti, File History non opera a livello di blocco di dati ma sincronizza i file nella loro interezza. A ottobre sugli schermi dei PC Windows 8.
Alfonso Maruccia