File sharing, lettera aperta a Maroni

File sharing, lettera aperta a Maroni

Dopo le recenti dichiarazioni del ministro dell'Interno, con una missiva si chiede di intervenire per abolire la legge Urbani. Almeno negli aspetti che criminalizzano il P2P
Dopo le recenti dichiarazioni del ministro dell'Interno, con una missiva si chiede di intervenire per abolire la legge Urbani. Almeno negli aspetti che criminalizzano il P2P

“Abbiamo letto con interesse le notizie che riferiscono della sua abitudine come di qualsiasi appassionato di musica, di scaricare brani da Internet”. Inizia così una lettera aperta al ministro dell’Interno Roberto Maroni, apparsa di recente sul sito ufficiale dell’Associazione Radicale Agorà Digitale . Una missiva firmata da parlamentari di diversi orientamenti politici, da giornalisti, accademici e giuristi del Belpaese.

Obiettivo primario della lettera, chiedere al titolare del Viminale l’abolizione della legge Urbani , nella specifica parte in cui il file sharing viene criminalizzato e dunque sanzionato penalmente. “Coloro i quali si battono come noi per l’affermazione delle libertà individuali nel dominio digitale non chiedono alle istituzioni di rinunciare al proprio ruolo regolatore – si legge nella missiva – ma di discutere le possibili riforme per gestire la situazione reale, che lei mostra di ben conoscere, adottando gli opportuni provvedimenti”.

Maroni era tornato a parlare di torrent e affini nel corso di un’intervista rilasciata al settimanale Panorama : il ministro non potrebbe passare un’intera giornata senza musica, scaricandola a volte in maniera gratuita dai meandri selvaggi della Rete. Maroni aveva quindi sottolineato come la soluzione giusta al problema del P2P non sia quella indicata dalla cosiddetta dottrina Sarkozy . Nelle sue recenti dichiarazioni : “la soluzione è creare un sito dove i ragazzi possano scaricare brani i cui diritti d’autore sono garantiti da uno o più sponsor”.

I responsabili di Agorà Digitale hanno quindi apprezzato la sincerità di Maroni, essendosi preso la responsabilità politica di “raccontare la quotidianità di quanto avviene nel nostro paese, con milioni di utenti ad aver ormai scelto lo strumento informatico per la ricerca e lo scambio dei contenuti che più li interessano”. Un fenomeno che non può essere semplicemente liquidato come criminalità o pirateria , almeno secondo i vari firmatari della missiva .

Tra di loro Paolo Brini , portavoce del Movimento ScambioEtico , insieme a Juan Carlos De Martin, co-direttore del Centro NEXA al Politecnico di Torino. Firme sostenute peraltro dai risultati di una recente indagine conoscitiva sulla pirateria digitale condotta dall’Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni (AGCOM), “nella quale si evidenzia come la pirateria non commerciale nella gran parte dei casi beneficia il mercato e come misure repressive contro questo fenomeno siano inutili e dannose”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
13 apr 2010
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