Gli studenti filippini smanettano su Fedora e Ubuntu. Il governo del loro paese punta molto all’ alfabetizzazione digitale per garantire lo sviluppo economico e sociale della nazione, e mette in pratica i suoi propositi fornendo a più scuole possibili una rete di 10 computer, tutti equipaggiati rigorosamente con software open source. Un successo di tale portata che già si pensa al bis.
Ricardo Gonzalez, consulente IT di stanza a Manila, racconta a Computerworld la situazione attuale del programma governativo: in seguito ad una crisi finanziaria che colpì il paese alla fine degli anni novanta, le istituzioni cercarono con ogni mezzo di trovare metodi alternativi per rilanciare l’economia. E così decisero di puntare su Linux, visto che nessuno fino ad allora ne aveva tentato lo sfruttamento commerciale .
Tra i sostenitori del software libero e Microsoft si scatenò una battaglia per la conquista delle commesse governative: nonostante gli sforzi di BigM per offrire condizioni quanto più possibili vantaggiose per il programma per la digitalizzazione scolastica, Gonzalez e i suoi soci riuscirono a spuntarla. E con i fondi forniti per 10mila PC sono riusciti ad assemblarne e distribuirne 13mila , in un pacchetto che comprende anche la connessione ad Internet e la formazione per gli insegnanti.
Ora 1.300 scuole, sparse nello sterminato arcipelago di oltre 7mila isole che compongono le Filippine , si godono la loro piattaforma di rete basata su software open source. Un successo tale che sono già pronti i fondi per altri 10mila PC: “I governanti ora comprendono che Linux può fare molto a fronte di piccoli investimenti – spiega Gonzalez – In un computer normalmente il 50 per cento del prezzo se ne va nell’acquisto del sistema operativo e della piattaforma office: ma così sono pochi quelli che possono permettersene uno”.
Gonzales è talmente entusiasta di quanto ottenuto con le scuole che ora pensa a come allargare il campo dei suoi affari : i filippini sono tra i maggiori consumatori di SMS al mondo, e dunque perché non tentare un approccio anche a questo mercato? “Sono in cerca di qualcuno che ha già esperienza nel settore”, spiega.
Non che il lavoro nelle scuole sia finito: “Se Linux e l’open source vogliono tenere banco nel campo dell’educazione – conclude Gonzales – è necessario che si renda disponibile materiale adatto alla didattica nelle scuole primarie e secondarie”.
Luca Annunziata