Esibizione lasciva di organi o attività sessuali con il supporto di un sistema informatico. È la definizione contenuta nel nuovo disegno di legge per la prevenzione dei crimini cibernetici, adottato dal governo delle Filippine per bandire le gesta erotiche nel vasto ecosistema digitale.
Dalle generiche pratiche del cybersesso alle più specifiche ostentazioni attraverso gli strumenti di video chat – ad esempio, le cosiddette cam girl – il governo asiatico ha introdotto le nuove misure legislative per dichiarare guerra ai crimini dell’oscenità a mezzo computer.
Gli utenti filippini rischieranno una sanzione pari a 250mila pesos (circa 4600 euro) oltre ad un periodo di detenzione fino a sei mesi . I vari dipartimenti di polizia dovranno gestire un centro per il coordinamento delle indagini nella prevenzione dei reati introdotti dalla nuova legge. Una sorta di unità contro il cybercrimine supervisionata dalle autorità locali.
Nelle previsioni di tutela adottate dal governo di Manila, la lotta alla pratica del cybersquatting, oltre che alla proliferazione di spam e alle attività di accesso e intercettazione illecita dei dati . Simili pratiche sono state inserite nella più estesa definizione di diffamazione online.
Immediata la reazione degli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF), a condividere i dubbi espressi dall’unione nazionale dei giornalisti filippini. Le nuove regole andrebbero a scatenare effetti pericolosi per la libera espressione su Internet , con conseguenze catastrofiche sul naturale sviluppo del dibattito pubblico.
Mauro Vecchio