Sono anni che gli utenti Internet scambiano illegalmente tonnellate di film sulle reti peer-to-peer e li masterizzano su DVD, ma solo ora i grandi produttori di settore hanno deciso di offrire una via legale alla masterizzazione. Di certo una novità: fino ad oggi è stato possibile realizzare servizi che consentissero il download legale di un film (non di qualità DVD) su un computer, ad esempio, senza però che il film potesse poi essere masterizzato. Se questo invece si ottiene ora è perché al centro sono stati posti alti paletti e pesanti limitazioni a carico dell’utente.
Come riporta CBC news , DVD Copy Control Association (DVD CCA) ha raggiunto un’intesa con produttori di elettronica di consumo e di computer e con gli studios cinematografici, in base alla quale offrirà software che consentirà di masterizzare il contenuto su un solo disco, senza che possa essere copiato su altri .
DVD CCA, che detiene le licenze del CSS, lo sbucherellato sistema di protezione dei DVD in commercio, non si accontenta di limitare il numero delle copie: ogni masterizzazione dovrà essere effettuata su speciali DVD . Questi saranno venduti con codici prestampati, pensati per scoraggiare qualsiasi tentativo di copia e assicurare una tracciabilità dei DVD in circolazione.
Le belle notizie continuano: i DVD speciali naturalmente costeranno di più di quelli registrabili già in commercio. E questo perché andranno pagate le dovute royalty alle imprese che avranno realizzato i codici prestampati.
Poiché al DRM non c’è mai fine, gli utenti non potranno guardare i film masterizzati su computer o dispositivi portatili, e per usare i nuovi DVD, ossia masterizzare i film legalmente, saranno anche necessari con ogni probabilità nuovi masterizzatori .
Saranno invece gli studios, evidentemente, a decidere quanto far pagare il servizio di download. CBC News ricorda quanto Hollywood abbia esitato ad offire la possibilità di scaricare e masterizzare, proprio nel timore che i suoi film venissero masterizzati illegalmente.
Inevitabile chiedersi se chi ha firmato questa intesa sia al corrente di cosa accada sulle piattaforme di sharing. Proprio l’assenza di una qualsiasi alternativa legale ha spinto milioni di utenti in questi anni, con la complicità dei nuovi protocolli di sharing e la disponibilità di banda larga, a scambiarsi film di ogni genere e tipo sulle reti P2P. È decisamente arduo pensare che questi utenti, appassionati di cinema, possano adesso convertirsi ad un sistema che non offre una sola caratteristica del servizio di cui fruiscono ora.
Pur esponendo ad un atto illegale, il P2P offre innegabilmente ciò che l’utente cerca , a cui si aggiunge persino la sostanziale gratuità di quanto scaricato. Sperare di poter competere con tutto questo chiedendo ai cinefili l’acquisto dei film, di nuovi masterizzatori e di dischi speciali più costosi appare più come un atto di fede che come un modello di business.