La FIMI attacca Vimeo: violato il copyright

La FIMI attacca Vimeo: violato il copyright

IFPI, FIMI e FPM hanno annunciato una iniziativa legale contro Vimeo per contestare la mancata tutela del copyright sui contenuti veicolati.
La FIMI attacca Vimeo: violato il copyright
IFPI, FIMI e FPM hanno annunciato una iniziativa legale contro Vimeo per contestare la mancata tutela del copyright sui contenuti veicolati.

L’industria discografica si scaglia contro Vimeo. La battaglia che un tempo era concentrata in particolare su YouTube (spostando in molti casi proprio verso Vimeo le attività messe all’indice) ora sposta il mirino per mantenere fermo il punto. L’accusa, infatti, è quella di aver trasformato la repository video in un sistema di hosting per contenuti musicali in violazione di copyright.

Le colpe di Vimeo

L’iniziativa legale è firmata dall’IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), dalla FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e dalla FPM (Federazione contro la Pirateria Musicale e multimediale). “L’azione“, spiega il comunicato ufficiale diramato, “si basa sull’omissione da parte di Vimeo di impedire la visualizzazione di musica senza licenza sulla sua piattaforma“. Quel che i denuncianti intendono condannare, insomma, è l’atteggiamento passivo tenuto da Vimeo, senza quella proattività pretesa in precedenza da YouTube e ora a cascata a chiunque operi nel medesimo segmento.

Cita la comunicazione diramata dalla FIMI:

Vimeo non ha rispettato il suo obbligo, in qualità di servizio di condivisione di contenuti online, di adottare misure efficaci per impedire che musica senza licenza sia resa disponibile sul suo sito. Quantità significative di musica senza licenza vengono caricate e ricaricate sul suo servizio: ecco perché l’industria discografica ha preso provvedimenti contro Vimeo in Italia.

E continua, affondando l’argomentazione nelle motivazioni alla base dell’iniziativa:

Le etichette discografiche investono molto nella scoperta, nella crescita e nella promozione degli artisti. La messa a disposizione di registrazioni audio senza licenza danneggia la loro capacità di garantire un ritorno sull’investimento, che è fondamentale per la loro capacità di investire in nuovi artisti.

La vertenza passa dunque per le vie legali e quello odierno è soltanto il primo passo.

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Pubblicato il
5 mag 2021
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