Tutti i siti web della Pubblica Amministrazione (PA) a prova di disabilità, come si legge in un sintetico comunicato stampa diramato dal Ministero dell’Istruzione. Con delega all’Innovazione della PA, il ministro Francesco Profumo ha ratificato il decreto sui requisiti tecnici di accessibilità previsti dalla legge 4/2004 sull’introduzione delle “disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”.
Atteso da tempo, il decreto firmato dal ministro Profumo era stato predisposto dallo specifico gruppo di lavoro formato dalle associazioni di sviluppatori, disabili e vari responsabili della PA. Come spiegato dai vertici della sezione italiana della International Webmasters Association (IWA), i siti della Pubblica Amministrazione potranno ora applicare quelle regole tecniche previste dallo standard internazionale W3C WCAG 2.0 .
Regole “meno stringenti sotto l’aspetto della conformità del codice”, come spiegato in un post firmato dal presidente di IWA Italy Roberto Scano. “Ottimizzate per l’operatività delle tecnologie legate alle applicazioni web di nuova generazione (ad esempio, ajax), nonché all’accessibilità dei documenti”. Nella visione dello stesso Scano, il decreto tricolore rappresenterà un esempio per il resto dell’Europa, “stante che nel dicembre 2012 l’Unione Europea ha invitato gli stati membri ad applicare il medesimo livello di accessibilità (WCAG 2.0 livello “AA”) ora obbligo per le PA italiane (e, a seguito del decreto crescita 2.0, di tutti i soggetti che beneficiano di contributi pubblici per sviluppare servizi nel web)”.
Il testo del decreto firmato dal ministro Profumo passerà ora al vaglio della Corte dei Conti , dunque pubblicabile in Gazzetta Ufficiale tra circa un mese. “L’Italia si pone tra i primi paesi in Europa ad accogliere e rendere operativi i criteri più rigorosi per l’accessibilità dei contenuti per il web – si legge alla fine del comunicato ministeriale – siano essi pagine informative, documenti scaricabili, applicazioni o social network”.
Mauro Vecchio