Roma – Fate i vostri interessi, non fate la guerra, tanto nel lungo periodo i minori profitti saranno compensati. Questo il messaggio che ieri il ministro allo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, il cui nome è associato al decreto che azzera i costi di ricarica, ha voluto nuovamente invitare gli operatori di TLC italiani a scegliere la via della collaborazione con il Governo e di “essere razionali dinanzi ai cambiamenti”.
Bersani ha sottolineato l’importanza del suo provvedimento per i consumatori. A detta del Ministro, la guerra , ha usato proprio questo termine, va evitata . “Credo – ha spiegato – che le compagnie possano rinnovare le proprie strategie rendendole più trasparenti, senza rimetterci nulla nel medio periodo. Ci saranno tante strategia ma il consumatore comunque, non so di quanto, ci guadagnerà”. “Quando una parte del prezzo escluso dalla concorrenza rientra nella concorrenza – ha evidenziato il Ministro – il consumatore ci guadagna”.
Il riferimento alle “tante strategie” è ben chiaro andando a vedere le mosse degli operatori di questi giorni. Wind si appresta a lanciare dal 4 una modulazione che non piace ai consumatori ma che l’azienda ritiene del tutto rispettosa della nuova normativa, Vodafone, come TIM, ha già confermato che dalla mezzanotte del 4 marzo tutte le proprie ricariche garantiranno un traffico telefonico pari al valore nominale delle ricariche stesse mentre TRE, come accennato, ha deciso di anticipare tutti e di far partire da oggi i suoi “tagli”.
“Tutte le ricariche – dichiara infatti l’azienda – sia lato standard che lato power, erogheranno un credito senza scadenza pari all’importo speso per l’acquisto della ricarica”. È stato possibile effettuare una ricarica Power fino alle ore 22 di ieri sera mentre da oggi, anche utilizzando il lato Power, i clienti riceveranno un credito senza scadenza pari all’importo speso per l’acquisto della ricarica, come se avessero utilizzato il lato standard. Ai nuovi clienti che attiveranno una Ricaricabile TRE da 20 euro, da oggi e fino al 30 aprile, TRE promette complessivamente 30 euro in traffico.
L’operatore chiarisce inoltre che le ricariche attualmente presenti sul mercato potranno essere utilizzate senza alcun problema: i clienti che le acquisteranno, “indipendentemente dal lato utilizzato (standard o power), riceveranno un credito senza scadenza pari all’importo speso per l’acquisto della ricarica “.
E mentre le associazioni del consumo all’unisono fanno sapere di voler vigilare su quanto accadrà nei prossimi giorni, l’ Autorità TLC avverte gli operatori che per garantire trasparenza dovranno fornire ai propri clienti un quadro chiaro ed effettivo sui costi sostenuti, costi che dovranno essere inquadrati in un periodo temporale facilmente identificabile.
Tutto ciò è contenuto in una delibera che Agcom ha pubblicato sul proprio sito proprio in applicazione del decreto Bersani. “Per quanto riguarda la telefonia mobile – spiega Agcom – gli operatori devono indicare nelle proprie offerte, nel caso di piani tariffari al consumo (ad esempio quelli con le ricariche), il costo complessivo delle chiamate vocali di durata di 1 minuto e di 2 minuti”.
A raffreddare gli entusiasmi dei consumatori per l’abbattimento dei costi di ricarica ci hanno pensato ieri i sindacati delle telecomunicazioni, UILcom e Fistel-CISL, secondo cui i minor ricavi derivanti dal decreto Bersani rischiano di tradursi in nuovi problemi per il mondo del lavoro .
UILCom sostiene che le TLC sono un settore di grande competizione nel quale gli operatori devono investire di continuo , creando di fatto una “esposizione finanziaria” in un quadro di instabilità che le novità del Decreto rischiano di aggravare e “rischiano – aggiunge UILcom – di compromettere il futuro di alcuni operatori meno strutturati, che inevitabilmente risentono sui propri bilanci del netto taglio ai costi di ricarica”.
Per tentare di governare la situazione, il sindacato chiede che il Governo riveda i meccanismi dei tagli ai costi di ricarica e li introduca in maniera più graduale, “al fine di garantire gli operatori più deboli e il conseguente mantenimento dei livelli occupazionali”. Una visione condivisa anche da CGIL: i due sindacati condividono il taglio ma avvertono che “eliminare i costi troppo in fretta può mettere in ginocchio un paio di operatori. E a noi gli operatori servono tutti in buona salute”.