Finlandia, il governo non salverà Nokia

Finlandia, il governo non salverà Nokia

Il primo ministro Katainen annuncia che l'esecutivo non acquisterà azioni di Espoo. E da settembre chiuderà lo stabilimento di Salo: la produzione si trasferirà in Sudamerica e in Asia
Il primo ministro Katainen annuncia che l'esecutivo non acquisterà azioni di Espoo. E da settembre chiuderà lo stabilimento di Salo: la produzione si trasferirà in Sudamerica e in Asia

Il governo finlandese non prenderà in considerazione l’acquisto delle azioni di Nokia . Ad annunciarlo, il primo ministro del paese Jyrki Katainen che così annulla tutte le speranze di un intervento statale per risollevare l’azienda che fino a qualche tempo fa rappresentava il fiore all’occhiello dell’economia del paese.

“Intervenire direttamente per salvare le aziende non è di nostra competenza – ha detto Katainen – La politica che stiamo seguendo è quella di sviluppare il contesto della Finlandia come paese nel quale le imprese possano operare e investire con sicurezza, ma l’ipotesi di un intervento diretto di partecipazione alle azioni non è neanche pensabile”.

Parole forti, pronunciate peraltro nella cittadina di Salo, dove ha sede una filiale che Nokia ha in programma di chiudere. Negli ultimi giorni, si è acceso il dibattito sulla possibilità che il governo finlandese dovesse investire in Nokia per evitare una scalata da parte straniera che avrebbe causato lo spostamento della produzione all’estero.

L’esecutivo finnico attualmente detiene partecipazioni in diverse aziende considerate cruciali per l’interesse nazionale, ossia quelle forestali e chimiche, ed è azionista di maggioranza della compagnia di bandiera Finnair e dell’impresa energetica Fortum. Pur essendo la Finlandia uno dei pochi dell’eurozona con rating AAA, le sue esportazioni sono in lento ma costante calo, dovuto soprattutto alla crisi di Nokia ma anche a quella delle industrie cartiere, costrette a competere con la concorrenza straniera che offre prezzi più bassi. Una brutta notizia per Nokia, il cui fatturato – secondo gli analisti – contribuiva per il 4 per cento al PIL finlandese, per contare oggi l’1 per cento. Dal 2010, quando Stephen Elop ha assunto il ruolo di CEO, l’azienda ha perso tre quarti del suo valore di mercato: circa 20 miliardi di euro.

A partire da settembre, Elop provvederà a chiudere diversi stabilimenti all’estero (Ulm in Germania e Burnaby in Canada) e appunto quello di Salo, che conta 850 operai. La produzione verrà spostata in paesi la cui manodopera ha costi sensibilmente più bassi, come Brasile, Cina, Corea del Sud e Messico. I tagli riguarderanno circa 10mila lavoratori.

Nokia costituisce un pilastro dell’economia della cittadina finnica. Nel 2007 il 10 per cento della popolazione, pari a 6mila persone, era impiegato presso l’azienda.
La decisione di chiudere Salo ha scatenato una mezza rivoluzione perché, a detta dei residenti, sminuisce l’impegno dell’azienda a realizzare i suoi prodotti di punta nel suo paese d’origine. L’impianto localizzato a Oulu è destinato a Nokia Siemens Networks.

“Una brutta notizia per tutti noi – ha detto Tuja Nikkanen, uno degli operai destinati a perdere il posto – forse è tempo di iniziare a pensare di fare qualcos’altro”.

Cristiano Vaccarella

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Pubblicato il
21 giu 2012
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